28 Marzo, 2024
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Scuola, occupato il Mamiani. Sul posto la Digos e agenti in borghese.

Gli studenti: “Tutto nel rispetto delle regole anti-Covid”

 A breve è previsto anche l’arrivo della dirigente scolastica, Tiziana Sallusti, per tentare di far morire sul nascere la rivolta.

Gli studenti: “Non siamo qui per saltare scuola, per nostalgia del ’68. Siamo qui perché vogliamo provvedimenti e risposte. Siamo orfani di un sogno e siamo pronti a costruirlo”

Un gruppo di studenti del liceo Mamiani, verso le 17.30, si è introdotto nella scuola, dichiarandola occupata. I ragazzi hanno bloccato le entrate con banchi e sedie, per poi appendere uno striscione nero con la scritta “Mamiani occupato”. Le operazioni sono iniziate nel primo pomeriggio: gli adolescenti si sono dati appuntamento nelle strade limitrofe alla scuola, per poi entrare in maniera silenziosa. Scattato l’allarme, sono entrati tutti.

Alcuni, invece, si sono riuniti fuori, in attesa di entrare. Intanto sul posto sono giunti Digos e polizia di Stato. È previsto anche l’arrivo della dirigente scolastica, Tiziana Sallusti, per tentare di far morire sul nascere la rivolta. Stamattina, invece, 300 studenti hanno occupato il liceo Socrate.

“Abbiamo deciso di portare avanti il nostro percorso di mobilitazione riappropriandoci dei nostri spazi e del nostro tempo, di un momento di confronto e socialità che la scuola dovrebbe garantire, per manifestare contro la totale insofferenza delle istituzioni nei confronti delle necessità della scuola e di una generazione, contro l’insufficienza dei provvedimenti presi per farci tornare in sicurezza” si legge nel comunicato del Liceo.” La situazione è insostenibile e la protesta irrimandabile”.

“La pandemia ha estremizzato e rivelato le contraddizioni di un sistema e di una scuola in crisi da tempo. Una scuola martoriata dai tagli dei fondi e da riforme deleterie,  si è rivelata incapace di sostenere una tale emergenza. Vogliamo iniziare a essere presi in considerazione nelle decisioni che ci riguardano, decisioni che al momento sono state solo nocive per tutte le componenti scolastiche”.

Si svolgerà tutto “rigorosamente nel rispetto delle norme anti-Covid, anche appellandoci al buon senso di tutti. Siamo in pandemia. Tra l’altro tutti gli studenti che hanno partecipato hanno fatto tutti un tampone”.

“Non vogliamo privare nessuno del diritto allo studio siamo qui per difenderlo. Per avere una didattica in presenza duratura e di qualità. Ribadiamo ancora una volta i provvedimenti concreti che chiediamo: vogliamo un tavolo di confronto permanente; che vengano stanziati i fondi necessari nell’istruzione, negli spazi e nei mezzi pubblici; un incremento reale di questi ultimi; che vengano istaurati dei presidi sanitari efficienti in ogni scuola; che vengano sospesi i pcto e agevolata la maturità. La scuola deve avere la dignità e la centralità nel dibattito che le spettano”.

Ma soprattutto “manifestiamo affinché il ritorno in sicurezza sia il punto di partenza per riformulare tutte e tutti insieme la nostra idea di scuola. Una scuola che non sia mero nozionismo, che non sia solo un voto, una lezione frontale, ma una scuola che sia formazione di una persona, di un’identità , che sia confronto, dialogo, creazione di un nuovo sapere. Il modello attuale non ci rappresenta e tutti insieme dobbiamo radicalmente reinventarlo nei suoi spazi, nei suoi tempi, nei suoi valori e contenuti. Attraverso incontri con numerosi ospiti parleremo di politica, di musica, di economia, di cinema e di vita”.

“Di fronte alle contraddizioni della società e della scuola, contro l’indifferenza, ci riappropriamo del nostro presente e del nostro futuro. Ribadiamo che la nostra protesta non è volta assolutamente contro la preside e contro i docenti. Dobbiamo dimostrare che la socialità non è “movida”, ma è la nostra identità e che è possibile in sicurezza. Sappiamo che la Dad ha già creato un danno irreversibile alla didattica, per questo la nostra protesta non sarà sterile e fine a se stessa. Non siamo qui per saltare scuola, per nostalgia del ’68. Siamo qui perché vogliamo provvedimenti e risposte. Siamo orfani di un sogno e siamo pronti a costruirlo”.

(La Repubblica)

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