20 Aprile, 2024
spot_imgspot_img

L’emittente del Papa. La Radio Vaticana compie 90 anni, tra vecchie e nuove tecnologie

In occasione dell’anniversario viene lanciato un nuovo sito e la stazione diventa anche web radio. Le trasmissioni iniziarono il 12 febbraio del 1931

Venerdì compie 90 anni la Radio Vaticana.

Era il 12 febbraio 1931 quando Pio XI inaugurò con il famoso radiomessaggio «Udite o cieli…» la nuova stazione radiofonica della Santa Sede costruita da Guglielmo Marconi. La missione dell’emittente era chiara: essere strumento a servizio del Papa per portare la speranza del Vangelo e la voce del successore di Pietro in tutto il mondo. In occasione dell’anniversario viene lanciato un nuovo sito e la stazione diventa anche web radio.

«Oggi anche la Radio Vaticana è proiettata nel futuro, pur conservando la sua originalità e la sua identità – spiega il prefetto del Dicastero per la comunicazione, Paolo Ruffini –. Nel dna della Radio, così come l’ha voluta il suo fondatore Pio XI, e i gesuiti a cui l’emittente fu affidata 90 anni fa, ci sono il servizio alla Chiesa, al Papa e all’uomo dovunque si trovi, a qualsiasi religione o cultura appartenga. Quella che celebriamo è una storia che ha attraversato praticamente tutto il Novecento; ed è la prospettiva di un futuro missionario fondato sulla forza gentile della parola detta e ascoltata. Ma non è solo questo: è anche la radice forte su cui sta crescendo l’albero di Vatican News, il sito Internet che racconta le storie della Chiesa e il magistero del Papa in 43 lingue, e che nel 2020 ha avuto 250 milioni di pagine lette in tutto il mondo. Ed è il progetto che nasce della web radio, che permetterà a chiunque nel mondo, dal proprio smartphone o computer, di ascoltare Radio Vaticana nella sua lingua. Ogni lingua una radio, un palinsesto, un legame che si rinsalda con gli ascoltatori. Un altro passo nel cammino del Dicastero che quest’anno vede alcuni suoi media celebrare importanti anniversari: i 25 anni del sito vatican.va; e i 160 anni dell’Osservatore Romano».

Sotto il pontificato di papa Francesco, l’emettente è stata coinvolta nel riassetto del sistema delle comunicazioni vaticane. E dal 2016 non è più un’«istituzione collegata alla Santa Sede», con propri statuti e affidata per la sua direzione alla Compagnia di Gesù, ma parte integrante del Dicastero per la comunicazione. Adesso la Radio Vaticana parla 41 lingue; a Roma trasmette in Fm e in Italia in Dab; giunge nei continenti grazie ai satelliti, alle stazioni che la ritrasmettono e soprattutto attraverso la Rete. Restano programmi limitati – per «arrivare alle periferie del mondo» – in onde corte dal centro di Santa Maria di Galeria, accusato in passato di “elettrosmog” e completamente trasformato con la fine delle trasmissioni in onde medie il cui simbolo era il «meraviglioso sistema di antenne, con le sue Quattro Torri alte 90 metri», ricorda padre Federico Lombardi in un articolo su Civiltà Cattolica per l’anniversario dell’emittente di cui ripercorre la storia. Secondo il religioso, grazie all’«avanguardia della tecnologia del tempo» la Radio Vaticana «è lo strumento grazie al quale i cattolici del mondo possono ascoltare per la prima volta direttamente la voce del Papa». A caratterizzarla sono i celebri Radiomessaggi. Nella seconda Guerra mondiale diventa ponte per rintracciare «civili e militari dispersi e prigionieri»; negli anni del comunismo, «l’unica via attraverso la quale i fedeli possono alimentare il loro legame con il Papa e la Chiesa» sotto i regimi; dalla fine degli anni Cinquanta e poi con il Concilio, la sfida di «arrivare fino ai confini della terra»; con Giovanni Paolo II, le «lunghissime» dirette dei suoi viaggi internazionali ma anche la radiocronaca in diretta dell’attentato al Papa il 13 maggio 1981 che «rimane uno dei documenti più impressionanti della storia della Radio Vaticana», sottolinea padre Lombardi.

Oggi, afferma il responsabile della testata Massimiliano Menichetti, l’impegno resta quello di «non lasciare nessuno da solo e portare la speranza dell’annuncio cristiano. Oltre al servizio delle tele-radiocronache in più lingue, abbiamo creato nuovi programmi, podcast, diffuso audiolibri, per essere vicini a tutti, per arrivare in ogni angolo del pianeta».

E aggiunge che la riforma voluta da papa Francesco «ci ha proiettati in una nuova dimensione dove non siamo più soltanto una radio, ma una realtà integrata e ancora in cammino. Il personale della Radio Vaticana, che proviene da 69 nazioni, di fatto ha permesso la nascita del portale Vatican News».

Da venerdì debutta la web radio (www.vaticannews.va/it/epg.html). Ed è prevista la creazione di quasi 30 palinsesti in diretta corrispondenti ad altrettante lingue. ​

(Avvenire)

Ultimi articoli