20 Aprile, 2024
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La giornata. Leu: mai con la Lega, Pd: piena disponibilità, Fi: ci siamo

Secondo giorno di consultazioni per Mario Draghi che ha incassato il sì di Autonomie e quello di Iv senza veti. Meloni: no fiducia, ma saremo responsabili. Berlusconi non va per motivi di salute

La strada al mattino è tutta in discesa, per Mario Draghi. Ma è nel pomeriggio, con i primi partiti del centrodestra, che l’ex presidente della Bce dovrà essere più convincente. Sono entrate infatti nel vivo oggi le consultazioni del presidente del Consiglio incaricato, con il secondo giorno di appuntamenti con i partiti. Dopo che ieri l’ex responsabile della Bce ha incontrato gli schieramenti più piccoli, adesso è il turno del gruppo per le Autonomie, Liberi e Uguali e Italia Viva, guidata dal leader Matteo Renzi che dall’inizio della crisi aveva chiesto il nome di Draghi come figura di garanzia che traghettasse il Paese fuori dalla crisi e dalla pandemia. Fratelli d’Italia resta la più scettica sulla possibilità di appoggiare un governo a maggioranza larga, anche se conferma eventuali voti di responsabilità u misure utili al Paese.

Conferma la disponibilità il Pd il cui segretario Nicola Zingaretti stamattina come nell’incontro con Draghi ha preferito soffermarsi sui contenuti più che sui nomi degli alleati del governo. «Definire il perimetro della maggioranza e fare la sintesi è compito del professor Draghi – scandisce – noi offriremo i contenuti». Alle 17.30 invece Draghi ha incontrato con la delegazione di Forza Italia che doveva essere guidata da Silvio Berlusconi, invece all’ultimo minuto costretto a rimanere a casa, in via precauzionale, per motivi di salute. Anche se il Movimento Cinque Stelle verrà ricevuto domani, oggi Beppe Grillo e Davide Casaleggio sono a Roma per incontrare Conte e i vertici di M5s, e domani lo stesso comico genovese parteciperà alle consultazioni con il premier incaricato. Ci sarà anche il voto su Rousseau – chiesto con forza da Davide Casaleggio anche lui nella Capitale da alcuni giorni – ma non è un rischio. Sarà infatti lo stesso Grillo, garante del Movimento, a dare il via libera agli iscritti all’esecutivo Draghi.

​La giornata di Draghi

Ore 18.35. Nessuna sorpresa, Forza italia e l’Udc sono pronte a dare un contribuito di idee e programmi a Draghi, da cui ci si aspetta «risposte innovative». Per questo gli azzurri hanno presentato a Draghi due dossier uno sul Recovery Plan e un piano sui vaccini. Il vice presidente azzurro Antonio Tajani sintetizza così l’incontro di un’ora avuto con il premier incaricato, aggiungendo che Fi «si aspetta esecutivo di alto livello, capace di rappresentare al meglio l’unità del Paese e che coinvolga le risorse migliori politiche economiche e culturali». Insomma un governo dei migliori, come il presidente Silvio Berlusconi ha spiegato anche in una telefonata stamattina con Mario Draghi per l’impossibilità di scendere a Roma per le consultazioni per motivi di salute. Ma questa disponibiltà,sottolinea alla fine Tajani, «non significa la nascita di una nuova maggioranza». Dal canto suo il presidente dell’Udc Antonio De Poli, confermando la volontà di dare supporto a Draghi, chiede soprattutto sostegni per la natalità e le famiglie.

Ore 17.10. Il Pd ha confermato la piena disponibilità a formare un governo diretto dall’ex presidente della Bce, anche se non sono mancate i dubbi sulle preoccupazioni e le preposte del Partito democratico. Proposte spiega Zingaretti per «un governo forte, di lunga durata» Tra le sfide per il futuro, a cui va data accelerazione secondo il segretario, una riforma del fisco basata sulla logica della progressività, nove politiche del lavoro per evitare che le famiglie (e le donne in particolare) vengano travolte. «Attendiamo dopo le consultazioni una sua prima sintesi del presidente incaricato per valutare con spirito costruttivo, insieme i passi successivi – conclude il segretario Nicola Zingaretti – e vivere in Parlamento la fiducia che gli abbiamo accordato. Siamo pronti a fare la nostra parte ma con i nostri contenuti e per difendere il nostro Paese».

Ore 16.00. Con un timing rispettato al minuto, la leader di Fdi Giorgia Meloni è uscita dall’incontro di un’ora con Mario Draghi confermando l’indisponibilità a votare la fiducia ad un eventuale governo da lui presieduto per una questione di metodo e di merito, non per un pregiudizio nei suoi confronti. Tuttavia è presto per dire se la sua sarà un’astensione o un no secco. Per Meloni infatti «serve un esecutivo coeso e una visione chiara che si può avere solo con il voto», tuttavia resta ferma la volontà di dare «una mano votando quelle misure utili per l’Italia», come forza responsabile e patriottica. Inoltre Giorgia Meloni dice di aver condiviso molte delle idee esposte da Mario Draghi, come quella della necessità di avere una spesa buona; tutti temi che verranno affrontati eventualmente nel secondo giro di consultazioni anche se la leader di Fratelli d’Italia si augura che il suo Recovery Plan sia diverso da quello di Conte. Ma certo non i può pensare, aggiunge, che Fdi possa andare al governo con M5s-Pd e Renzi. Ancor più se Draghi, conclude Meloni, ha in testa un orizzonte di governo più lungo, «di legislatura e questo è un altro motivo per dire no a Draghi».

Ore 13.35. Italia più forte con Draghi e Italia viva ci sarà a prescindere dai ministri, perché con lui a Palazzo Chigi i 209 miliardi di euro del Recovery Fund sono al sicuro. Il leader di Italia Viva Matteo Renzi, come prevedibile, conferma l’appoggio totale ad un esecutivo guidato da Mario Draghi per il bene del Paese. «Se da questa crisi usciremo con un governo Draghi l’Italia sarà più forte», dice infatti il senatore fiorentino dopo poco meno di un’ora di colloquio con il premier incaricato, aggiungendo che Iv accoglie l’appello del Presidente della Repubblica e «sosterrà il governo indipendentemente dal nome dei ministri, da quanti tecnici e politici sarà composto», «siamo al fianco e a disposizione» di Draghi.

Ore 12.30. Il secondo gruppo a colloquio con Draghi è stato Liberi e Uguali con la delegazione sia i Camera che di Senato​. Leu ha confermato il suo atteggiamento aperturista, ma viene chiaramente spiegato che non è possibile stare insieme con partiti politici hanno opinioni tanto diverse (come la Lega), ad esempio su vaccini, ambiente e giustizia.«È evidente che le questioni programmatiche non sono variabili indipendenti – sottolinea all’uscita Federico Fornero di Leu – La base parlamentare deve essere coesa e deve avere un minimo di omogeneità. È difficile tenere insieme forze che hanno difeso le scelte del governo con chi a settimane alterne era per chiudere o aprire e lisciava il pelo al negazionismo. Non firmeremo mai il programma di un governo in cui ci sia la flat tax».

Ore 11.30. Il primo gruppo parlamentare ad incontrare il premier incaricato è quello delle Autonomie (SVP-PATT- UV) del Senato. Il portavoce della delegazione Julia Unterbergher all’uscita ha confermato il sostegno a un governo guidato dall’economista, confermando la necessità che sia un esecutivo a vocazione europeista e di stampo politico più che tecnico. «Auspichiamo un governo politico. La formula Ursula sarebbe perfetta – spiega alla fine dell’incontro -. Con i governi tecnici non abbiamo avuto buone esperienze per i nostri piccoli territori».

Ore 10.48. Il premier incaricato Mario Draghi è appena giunto a Montecitorio dove hanno luogo le consultazioni.

(Avvenire)

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