20 Aprile, 2024
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Covid e scuola: in Emilia Romagna rebus ritorno in classe. Pronta l’ordinanza

Mancano 10 giorni per trovare l’accordo con le società di trasporto che permetterebbero la ripartenza. Baruffi: “Pronti a evocare la clausola di salvaguardia”

Bologna, 10 dicembre 2020 – Ritorno a scuola in presenza il 7 gennaio nelle scuole superiori dell’Emilia Romagna? Mancano dieci giorni per trovare un accordo con le scuole e le società di trasporto che permetterebbe la ripartenza in sicurezza, ma se l’intesa non si trovasse in tutte le province dell’ Emilia-Romagna, la Regione è pronta a imporre una soluzione con una ordinanza del presidente Stefano Bonaccini.

Ad evocare la clausola di salvaguardia è il sottosegretario alla presidenza della Regione, Davide Baruffi: “E’ nelle facoltà del presidente della Regione con propria ordinanza fare in modo che sia rispettato non solo il 50% di capienza sugli autobus, ma anche almeno il 75% di didattica in presenza, e noi questo lo assicureremo certamente”. Baruffi questa mattina ha risposto al question time dell’Assemblea legislativa sulla difficile ripartenza delle superiori fissata per il 7 gennaio, coi bus a metà capienza.

 

Turni e scaglioni di entrata e uscita differenziati

Al momento, “c’è la possibilità di estendere la flotta di circa 70-80 autobus rispetto alla dotazione aggiuntiva già assicurata di 350 mezzi rispetto al piano iniziale, un potenziamento consistente per avvicinare al massimo l’obiettivo fissato dal Dpcm, ma che presuppone in ogni caso – sottolinea il sottosegretario – uno sforzo organizzativo non meno importante da parte delle scuole”. Insomma senza turni e scaglioni differenziati per quanto riguarda gli orari di entrata e uscita non si va da nessuna parte.

“Per noi – sottolinea Baruffi – il tema della scuola è questione prioritaria e questo tempo va impiegato perché il rientro a scuola possa avvenire in continuità e non ci siano più sospensioni, al netto delle previsioni di carattere sanitario che possono anche determinare scenari di carattere diverso”.

Ora tutti i tavoli provinciali con le aziende di trasporto e le autorità scolastiche sono aperti, alcuni si stanno riunendo proprio in queste ore. “Possiamo guardare con un po’ di fiducia al lavoro che si sta facendo”, dice ancora il sottosegretario, ma “credo che vadano costruiti ragionevoli compromessi territorio per territorio, ‘disturbando’ un po’ tutti perché in tempi eccezionali bisogna produrre anche soluzioni diverse”.

 

“Per il personale scolastico è il momento dei sacrifici”

È la consigliera forzista Valentina Castaldini ad ammonire in proposito il mondo della scuola, restio ad accettare i turni pomeridiani. “Il personale scolastico sappia che è il momento dei sacrifici, i nostri figli li hanno già fatti. Perché non farli è scellerato”.

Da parte sua la 5 Stelle Silvia Piccinini, autrice di un’altra domanda sulla ripartenza della scuola, avverte che il “tempo è poco”. “Ormai è chiaro che senza gli scaglionamenti agli ingressi il rischio di aumento dei contagi sia oggettivo. Mi auguro – conclude Piccinini – che l’attività della regione vada il più veloce possibile, perché il 7 gennaio èdietro l’angolo e dobbiamo garantire una ripartenza in sicurezza”.

(Il Resto del Carlino)

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