29 Marzo, 2024
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Marcucci: “Verifica di maggioranza”, da Zingaretti lo stop: “Piena fiducia al governo”

Il premier ha riferito in Parlamento sul Dpcm anti-coronavirus e tornerà a riferire alla Camera mercoledì (con votazione delle risoluzione dei partiti).

Al Senato il capogruppo del Pd: “Il presidente valuti se i singoli ministri sono adeguati all’emergenza”.

Il segretario dei democratici : “Il governo non è in discussione”

 

“Ritorno qui in Parlamento per illustrare le ulteriori misure restrittive adottate” dopo la “subdola e repentina” impennata della curva. “Come è noto la sera di sabato 24 ottobre ho firmato un Dpcm alla fine di un lungo e articolato confronto con la maggioranza e le Regioni”. Parla ancora del nuovo Dpcm il premier Giuseppe Conte, questa volta durante l’informativa alla Camera dei deputati replicata poi in Senato. Per affrontare l’emergenza il premier si appella all’unità, ma nell’Aula di Palazzo Madama arriva dal Pd  – partito alleato di governo – la richiesta di una verifica di maggioranza: “Il presidente Conte valuti se i singoli ministri sono adeguati all’emergenza, apra la verifica, abbiamo bisogno di una maggioranza coesa, ancora a lei l’onore di aprire all’opposizione, trovi lei il luogo dove confrontarsi costantemente con il Parlamento. Il Parlamento rappresenta il Paese, il Parlamento va ascoltato”. Parole pronunciate dal capogruppo dem al Senato, Andrea Marcucci, in replica all’intervento del premier.

Parole, quelle di Marcucci, assolutamente non condivise dal resto dal partito e dal segretario del Pd, Nicola Zingaretti, che frena immediatamente ogni tentativo di mettere in discussione la tenuta del governo. “Il sostegno del Partito Democratico a questo governo e ai suoi ministri è pieno e totale. Non in discussione – chiarisce Zingaretti –  Posizione ribadita, tra l’altro, all’unanimità alcune ore fa dalla direzione nazionale sul voto della mia relazione”.


La polemica nel Pd

Dopo l’attacco al premier Conte di Marcucci e la risposta di Zingaretti, in molti, tra i dem, si sono schierati a sostegno delle parole del segretario e del governo. “In una fase tanto grave per il Paese, in cui ogni sforzo va dedicato a sconfiggere il virus e la crisi, parlare di rimpasti appare una cosa fuori dal mondo”, sostiene il vicepresidente dei senatori del Pd, Franco Mirabelli. “Gli italiani – prosegue – hanno bisogno di avere la certezza che il governo e la maggioranza si stanno occupando di tutelare la loro salute e l’economia. Il Pd si è assunto questa responsabilità, chi pensa ad altro sbaglia”.

E la senatrice ed ex ministra dem Roberta Pinotti aggiunge: “Di tutto abbiamo bisogno oggi, tranne che di mettere in discussione il governo. Forse il presidente Marcucci intendeva dire che ognuno di noi, anche i ministri, devono dare il meglio in questa drammatica situazione. Mi parrebbe altrimenti lunare porre il tema di un rimpasto di governo, tanto piu’ con il momento che il Paese sta vivendo”.

Dopo le polemiche all’interno del partito e la presa di posizione di Zingaretti, il dem Marcucci è stato costretto a tornare su suoi passi e a correggere la sua richiesta di verifica di maggioranza. “Non ho chiesto nessun rimpasto – il dietrofront del senatore  – Ho chiesto al presidente del Consiglio di assumersi la responsabilità dell’azione di governo, inclusa quella dei singoli ministri. E – prosegue – ho chiesto di aprire una fase di coinvolgimento parlamentare più profondo. Che includa anche le opposizioni. Basta con il chiacchiericcio”.

Le parole del premier

Durante il suo intervento in Parlamento il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, ha parlato di misure necessarie, ma dolorose “perché il tracciamento dei positivi diventa complicato” ora “come sta avvenendo in molti Pesi europei, in particolare in Francia e Germania”. E per questo “l’impegno del governo si dispiega sin dall’inizio della pandemia, anche in sede Ue. Senza una risposta coordinata dell’Europa e sul piano globale nessuno Stato può superare la crisi sia sul piano sanitario che economico”, ha spiegato il premier. E serve “far partire al più presto” i fondi del ‘Recovery fund’, si tratta di “un obbligo morale verso i cittadini”.

Inevitabile un riferimento ai lockdown decisi in Francia e in Germania. “Tutti i Paesi europei stanno affrontando l’urto drammatico e adottano misure via via più restrittive, simili a quella del nostro Dpcm. In alcuni casi anche più severe delle nostre”,ha osservato il presidente del Consiglio.

“Questo pomeriggio si farà un punto sulla situazione sanitaria in video conferenza con gli altri capi di Stato e di governo Ue e in questa occasione la presidente della commissione Ue Ursula von der Leyen illustrerà il pacchetto di risposte europee alla pandemia Covid” con attenzione particolare “ai test e ai vaccini anti-Covid”, ha detto Conte precisando che anche il ministro della Salute Roberto Speranza parteciperà alla videoconferenza.

Tornando al Dpcm, Conte ha spiegato come le misure hanno l’obiettivo di “mitigare e raffreddare” la curva del contagio “al fine di alleviare il carico già pesante” sul sistema sanitario. La nuova stretta si basa sui “principi di massima precauzione, proporzionalità e adeguatezza. Non abbiamo mai affermato di essere fuori dal pericolo e da una condizione di necessaria allerta. Non abbiamo mai sottovalutato la pandemia”, ha osservato il premier.

Conte ha sottolineato che le nuove misure rappresenato una stretta necessaria, ma dolorosa. “Vorrei ribadire che la scelta di sospendere o ridurre le attività in alcuni settori non deriva dal mancato rispetto di misure di sicurezza, che sono state adottate anche a prezzo di sacrifici, ma una scelta così radicale e dolorosa è legata all’esigenza di ridurre un contagio diffuso e esponenziale, riducendo le occasioni di socialità, specie in quei contesti in cui è più facile che venga abbassata la guardia”.

Doveroso un commento sul mondo dello spettacolo, costretto a un ulteriore sacrificio con lo stop ai cinema, ai teatri, ai concerti, come dispone l’ultimo decreto. “È stata una scelta tra le più dolorose – osserva Conte – I protagonisti del mondo dello spettacolo stanno affrontando, ormai da molti mesi, enormi difficoltà. Purtroppo gli stessi protocolli di sicurezza hanno limitato la presenza del pubblico, contribuendo al depauperamento del settore”. E comprende anche le proteste pacifiche di questi giorni. “Il governo è consapevole dagli immani sacrifici, siamo sensibili alle manifestazioni di dissenso, protesta e frustrazione che si sono manifestate, cittadini che esprimono pacificamente il proprio disagio, che temono per il futuro delle proprie attività e del lavoro”. Con il dl ristori, ha proseguito il premier alla Camera, “il governo ha predisposto adeguati strumenti di intervento a supporto di tali categorie” colpite dal Dpcm “per evitare che la crisi sanitaria si trasformasse in crisi economica e sociale, generando nuove diseguaglianze”.

Per Conte “questo è davvero il momento di restare uniti, tanto più per le sofferenze economiche, i disagi psicologici, la rabbia, l’angoscia, la preoccupazione di tantissimi nostri concittadini”. Come deciso dalla conferenza dei capigruppo, il premier tornerà alla Camera mercoledì 4 novembre e riferirà sulle sulle misure per fronteggiare la pandemia da Covid e la conseguente crisi economica.  Trattandosi di comunicazioni e non di semplice informativa, dopo il dibattito verranno votate le risoluzioni che i gruppi presenteranno.


Gli interventi 

Tra gli interventi dei deputati, il pentastellato Riccardo Ricciardi, dopo aver espresso pieno sostegno al premier Conte, si rivolge all’opposizione: “È legittimo che le diverse categorie” colpite dalla crisi “protestino”, “ma che certa politica abbia strumentalizzato” le varie categorie dai gestori delle discoteche ai ristoratori “non è accettabile: è troppo facile dire ‘non va bene’, bisogna anche proporre alternative credibili altrimenti si soffia solo sul fuoco e il fuoco poi ci travolge tutti”. Attacca Renato Brunetta, responsabile economico di Forza Italia: “Signor presidente Conte, è la terza volta che viene in Aula per una discussione senza voto. Mi chiedo, di cosa ha paura? Troppo comodo, lei può fare come vuole ma forse una cosa lei non ha detto, tra marzo e oggi c’è stato un cambio di paradigma. Oggi lei lascia tutto aperto tranne alcuni settori attrattori di persone assembrate insieme. Questo cambio di paradigma lei doveva spiegarlo alle Camere”.

Giorgia Meloni critica l’esecutivo: “Gli unici negazionisti li abbiamo visti al governo”, citando Zingaretti, Azzolina, Speranza e Lamorgese. “L’Italia rischia di trovarsi in una situazione peggiore di marzo. È imperdonabile perché in questi mesi il governo ha avuto poteri e risorse mai viste. Avete avuto tutto quello di cui c’era bisogno, compresa la possibilità di scavalcare il Parlamento. Non siamo di fronte a una emergenza, ma a una calamità, il covid, che impatta su un’altra calamità, l’inconcludenza di questi mesi”.

Per Maria Elena Boschi,

capogruppo di Italia viva alla Camera, “presto saremo nuovamente in questa Aula a parlare di nuovi provvedimenti perché a nostro avviso il decreto che stiamo discutendo non servirà a risolvere i problemi del diffondersi del contagio del Covid. Noi di Italia viva non siamo convinti dell’efficacia di questo decreto. Questo non fa venir meno la fiducia nei confronti del suo lavoro e di quello del suo governo. Se dovessimo adottare delle misure più dure e più restrittive per evitare un aumento dei contagi e delle vittime nelle prossime settimane noi ci siamo, purché siano misure necessarie e soprattutto che servano, che si basano su delle evidenze scientifiche, che hanno la possibilità di incidere davvero sulla curva dei contagi e salvare vite umane”.

(La Repubblica)

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