20 Aprile, 2024
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Stanze gratis a chi cena in hotel: la trovata per aggirare la chiusura

La provocazione di un albergatore di Monte San Giusto: “Così mando avanti il ristorante dopo le 18”

Macerata, 26 ottobre 2020 – Simone Iualè lancia un’iniziativa che definisce “una provocazione”: stanze gratis a chi cena nel suo hotel. Iualè, titolare de La Rosa dei Venti a Monte San Giusto e presidente provinciale degli albergatori, ha deciso di prendere questo provvedimento per permettere alle persone di cenare anche dopo le 18, l’orario di chiusura fissato nell’ultimo dpcm per bar e ristoranti. “Non vedo la differenza tra chi consuma la cena perché alloggia in albergo e chi non può concedersi una cena al ristorante – spiega – entrambi arrivano dall’ambiente esterno. È come se il virus navigasse a orari e questo è assurdo”.

Nel suo ristorante, l’imprenditore aveva 150 coperti, ridotti poi a 50 per garantire il distanziamento, ma sabato scorso ha avuto complessivamente 6 clienti e domenica soltanto 3. Da qui l’idea dell’alternativa per non chiudere, perché “con il virus bisogna convivere, visto che non sparirà dall’oggi al domani . Solo da noi, 48 gruppi hanno cancellato prenotazioni per un totale di 550mila euro “, dice. Gli incentivi promessi dal governo non bastano per recuperare le perdite e gli investimenti per adeguare la struttura ai protocolli di sicurezza sanitaria. “Inoltre – aggiunge – non capisco dove andranno a cena i clienti degli alberghi che non hanno un ristorante, probabilmente finiranno ammassati nelle aree di servizio lungo le autostrade”.

I colleghi hanno risposto positivamente alla trovata dell’albergatore e con il passaparola sono già arrivate le prime prenotazioni. Iualè intende comunque rispettare le regole: chi entra in albergo farà regolarmente il check-in per la camera, potrà cenare e poi, se lo desidera, pernottare gratuitamente; la mattina dopo potrà anche usufruire del servizio colazione come qualsiasi altro ospite della struttura.

Il titolare conclude con un appello: “Siamo sfiniti e abbiamo tanta rabbia dentro, lasciateci almeno lavorare in pace”.

(Il Resto del Carlino)

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