20 Aprile, 2024
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Mattarella, subito risorse e debito buono per i giovani

Il Capo dello Stato al Forum Ambrosetti: “L’Unione è stata ambiziosa ma ora il debito non sia usato per scelte errate”. E per il vaccino serve una risposta comune 

La Ue ha risposto con ambizione alla crisi della pandemia da coronavirus e ora ha davanti a sè un’occasione unica: deve mettere a disposizione in fretta le risorse del Next generation, già all’inizio del 2021, e deve usare il debito aiutando le nuove generazioni con riforme e infrastrutture, senza compromettere le loro speranze. Sergio Mattarella interviene al Forum Ambrosetti con un videocollegamento dal Quirinale e, ‘intervistato’ da Enrico Letta, disegna per la prima volta dopo la pausa estiva un quadro definito per l’autunno e l’inverno. Al centro, ovviamente, la crisi Covid, le ansie dei cittadini e la risposta della Ue che, a differenza del 2008, è stata “ambiziosa” e “all’altezza dello spirito dei padri fondatori” perché “ha assunto decisioni coraggiose e innovative”.

Le incertezze per il futuro

“I cittadini vivono con ansia il presente e guardano al futuro con incertezza” ha ricordato il Capo dello Stato sottolineando il rischio di un ritorno dell’epidemia e le ripercussioni negative sull’economia e il lavoro. “Il processo di varo del piano di ripresa deve procedere con grande rapidità per rendere disponibili le risorse già all’inizio del 2021” ha quindi spronato, rivolgendosi a Ue e stati membri.

Dunque “la preparazione dei piani nazionali di rilancio da sottoporre agli organi comunitari deve avvenire con sollecitudine: entra in gioco per i singoli stati il valore delle responsabilità”. E i governi, a cominciare da quello italiano, sono chiamati a “tracciare un orizzonte sostenibile per le giovani generazioni”.

Mattarella non entra nel merito del dibattito sul tema del debito cattivo e del debito buono, ma fa notare che “la crisi obbliga a livello nazionale e comunitario a fare ricorso massicciamente al debito che inciderà su coloro che ci seguiranno nel tempo”, quindi “non dobbiamo compromettere con scelte errate la speranza per chi verrà di accesso a condizioni sociali ed economiche se non migliori quantomeno pari a quelle di cui abbiamo usufruito”. “Le prossime generazioni – sottolinea il capo dello Stato – guarderanno come sono state amministrate le risorse e si chiederanno perché generazioni che hanno avuto un lungo periodo favorevole non siano riuscite a realizzare infrastrutture essenziali per la crescita e riforme necessarie all’efficienza del sistema sociale ed economico, accrescendo solo la massa del debito”.

Il tabù della revisione dei Trattati

Traendo un insegnamento dai mesi passati, dalla qualità e velocità della risposta alla pandemia, il Capo dello Stato indica aspetti positivi e negativi di un processo che è stato comunque ambizioso e rilancia il tema della revisione dei trattati, un tabù che le cancellerie devono superare. Alla vigilia della conferenza sul futuro dell’Europa, Mattarella fa notare che “conseguire gli obiettivi che ci siamo prefissi equivale a realizzare buona parte di quei progressi sulla via di una sempre maggiore integrazione. Sono progressi indispensabili per una Ue sempre più efficace nella sua azione. Potremmo così superare la pagina infausta della rinuncia al progetto di Costituzione europea e del ripiegamento sul trattato di Lisbona aprendo con coraggio la strada alla revisione dei trattati che da troppo tempo rappresenta un vero tabù per molte cancellerie europee”.

L’epidemia, che ha superato le piccole e fragili frontiere nazionali, ha dimostrato in modo drammatico che la risposta dei singoli Paesi non basta davanti alle emergenze e un nuovo paradigmatico esempio sarà la disponibilità dei vaccini per tutti: “Sempre di più i pericoli e i problemi sono transnazionali e può essere efficace solo una collaborazione multilaterale senza riserve: lo vediamo in tema di vaccini”. Il Covid è stato “uno spartiacque” per la Ue e un “duro richiamo alla realtà per cittadini e governi”, per affrontarlo l’Unione deve rafforzare la sua struttura in modo definitivo per uscire da questo periodo “fosco e confuso” “con basi più solide, con maggiore capacità di soddisfare le esigenze dei propri cittadini e con più ampia influenza al livello internazionale”.

(Agi)

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