20 Aprile, 2024
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Coronavirus in Germania, Merkel: “Preoccupa la crescita dei contagi”

Ed è scontro con i governatori

“Abbiamo attraversato bene la crisi ma ci preoccupa la crescita dei contagi, che prendiamo molto sul serio”: Angela Merkel si è presentata alla stampa dopo ore e ore di scontri ferocissimi con i governatori regionali, ed è chiaro che stavolta la quadratura del cerchio non le è riuscita.

Alla luce dell’anarchia sanzionatoria che riguarda l’obbligo delle mascherine, la cancelliera aveva insistito per introdurre in tutta la Germania una multa minima di 50 euro, e non solo nei treni o nei trasporti pubblici. Ma in virtù dei numeri bassi di contagi della sua regione, il governatore della Sassonia-Anhalt, Reiner Haselhoff (Cdu), si è rifiutato di adottare la multa minima che sarà adottata al livello federale: “Non è comprensibile, non c’è un motivo, per la mia regione. Molti farebbero ricorso e i tribunali gli darebbero ragione”, ha spiegato dopo la riunione. Dunque, Merkel incassa un accordo che varrà per sedici land meno uno. Ed è fallito anche il suo tentativo di unificare le regole per le mascherine nelle scuole. I governatori continueranno a decidere autonomamente.

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La cancelliera ha annunciato anche che i grandi eventi saranno vietati fino alla fine dell’anno. E le partite della Bundesliga continueranno a svolgersi a spalti vuoti almeno fino alla fine di ottobre. Un gruppo di lavoro sarà istituito per stabilire come consentire ai tifosi di tornare a seguirli negli ultimi mesi dell’anno, in eventuale deroga al divieto generale che riguarda i grandi eventi. Il governatore della Baviera e presidente dei primi ministri regionali, Markus Soeder, si è detto fiducioso che ciò possa avvenire prima di Natale. Ma sarebbe l’ennesima clamorosa eccezione accordata dal governo al calcio. Quando la Bundesliga era ripartita – prima in Europa – un’ondata di indignazione aveva attraversato la Germania, in un momento in cui le restrizioni per i comuni mortali erano ancora dure. E gli asili, ad esempio, continuavano a restare chiusi.

Dopo che l’Istituto Koch ha sottolineato nei giorni scorsi che il principale focolaio tedesco sono i ritrovi e le feste in famiglia, la cancelliera non è riuscita neanche a convincere i governatori a introdurre un divieto generale. Ma decisioni importanti sono state prese riguardo ai viaggi.

“Quando è possibile, se non c’è un urgente motivazione, è opportuno rinunciare a viaggi nelle zone a rischio”: Merkel lo ha sottolineato anche su pressione dei governatori.

Ma la cancelliera ha anche puntualizzato che la Germania “non intende procedere a nuove chiusure di frontiera”. Alla luce degli aerei stracolmi che continuano a portare turisti tedeschi in Paesi ormai dichiarati “a rischio” come quasi tutta la Spagna – Mallorca è una della mete tradizionalmente più amate – il governo ha formulato l’appello a non viaggiare verso mete considerate pericolose su pressione di tutti e sedici i governatori dei land.

A chi deciderà di affrontare comunque il rischio, Berlino intende imporre da primo ottobre una quarantena di 14 giorni, che potrà essere accorciata se si fa un tampone dopo i cinque giorni che risulti negativo. Il test, in questo caso, non verrebbe pagato dallo Stato, come avviene finora per chi torna da Paesi a rischio. E la malattia non verrebbe riconosciuta. Per chi torna da Paesi considerati non a rischio – come l’Italia – Merkel ha annunciato anche che i tamponi gratis varranno soltanto fino al 15 settembre. Il governo riconoscerà anche cinque giorni in più ai genitori per occuparsi dei figli malati, che salgono a dieci per i genitori single.

Durante l’accesissima discussione con i governatori la cancelliera aveva proposto da subito, secondo anticipazioni, una multa minima di 50 euro per chi non si attiene alle norme per il distanziamento. E il governatore della Sassonia-Anhalt, Haseloff, l’aveva respinta tout court, mentre il suo collega della Baviera, Markus Soeder aveva chiesto il quintuplo della sanzione per chi non rispetta l’obbligo della mascherina o il divieto ad avvicinarsi oltre il metro e mezzo stabilito dalle regole anti-Covid. La cancelliera punta a regole più unitarie in un Paese in cui si va dai 40 euro di multa ad Amburgo a salatissime sanzioni in Baviera, ma in cui una manciata di land non ne prevede alcuna, ad esempio il Brandeburgo o, appunto, il Sassonia-Anhalt.

Alla vigilia della riunione anche il ministro dei Trasporti, Andreas Scheuer (Csu) aveva chiesto regole unitarie. E i sindacati hanno lanciato l’allarme sui crescenti attacchi contro i dipendenti delle ferrovie. “Ogni giorno registriamo delle aggressioni” contro controllori che cercano di far rispettare l’obbligo della mascherine sui treni, ha denunciato il vicecapo del sindacato dei trasporti EVG, Klaus-Dieter Hommel.

(La Repubblica)

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