25 Aprile, 2024
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Sposati da un mese lui tenta di ucciderla durante un litigio

Una coppia vede l’aggressione al parco Ruffini e chiama la polizia. L’uomo è stato arrestato

«Aiutatemi, vi prego, mi sta uccidendo». Una donna grida nella notte. Le urla, prima nitide, si fanno via via più flebili, perché un uomo sta cercando di strangolarla. Marito e moglie. Erano in auto, stavano tornando a casa dopo una notte di movida. Lungo la strada scoppia una discussione. Lui blocca l’auto, apre la portiera lato passeggero e trascina la donna sull’asfalto. La spintona, sino a farla cadere a terra. Lei non riesce a muoversi. Cerca di divincolarsi, ma finisce sul marciapiede. Lui si getta sul suo corpo come una furia, per tentare di strangolarla. Non ce l’ha fatta. Una coppia, rincasando, ha assistito alla scena ed ha chiamato la polizia. Lui adesso è in cella. Lei in ospedale.

Sono da poco passate le cinque del mattino nella notte tra sabato 8 e domenica 9 agosto. La città è deserta. I parcheggi sono vuoti, la maggior parte dei torinesi è in ferie. Tutto accade in corso Trattati di Roma, alle spalle del parco Ruffini. Dopo la lite, lui si avventa al collo della donna. Stringe con forza. La blocca con le gambe. Sembra ubriaco. Biascica insulti e recriminazioni. Lei grida nella speranza che qualcuno possa sentirla. Le sue richieste d’aiuto sono vane, inghiottite da uno dei parchi più vasti di Torino. Lei confida in un miracolo. Anche se, man mano che la stretta si fa più forte, perde le forze. Non riesce più a difendersi. Non riesce più ad urlare.

Una coppia è in auto e, tra le chiacchiere, sta rincasando costeggiando il parco Ruffini. A un certo punto vede un veicolo a bordo strada e si insospettisce. Magari qualcuno è rimasto con la macchina in panne e ha bisogno di aiuto. La coppia accosta, con cautela. L’auto è vuota. A terra c’è un uomo con le mani che stringono il collo di una donna. Rimangono come pietrificati. «Abbiamo avuto paura di scendere dall’auto. Temevano si scagliasse anche contro di noi» racconteranno più tardi agli investigatori. Afferrano il cellulare e digitano il 112. «Venite, fate presto. Un uomo sta cercando di uccidere una donna».

Le volanti e le pattuglie del commissariato Centro sopraggiungono poco dopo, ai margini del parco. Quell’uomo non si accorge di nulla. I poliziotti lo trovano con le ginocchia sull’asfalto, immobilizza la moglie e tenta di strangolarla. Lui, un romeno sulla quarantina, finisce in manette con l’accusa di tentato omicidio. Lei, di origine ucraina, viene trasportata con un’ambulanza del 118 all’ospedale Martini. Svenuta. Si risveglierà alcune ore dopo. «È stato mio marito», dirà agli inquirenti. L’uomo con cui si è sposata da appena un mese, credendo in un futuro insieme. Ora le indagini degli investigatori del commissariato Centro proseguono per ricostruire l’esatta dinamica dell’accaduto.

(La Stampa)

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