25 Aprile, 2024
spot_imgspot_img

Dissesto del territorio, cambiamenti climatici, previsioni meteo – di Claudio Cappabianca

Purtroppo con cadenza periodica e frequenza maggiore subiamo ingenti perdite di vite umane e danni all’ambiente derivanti da fenomeni naturali: piogge, venti, sismi.

Volendo fare un’analisi non sensazionalistica ma basata su criteri scientifici e possibilmente obiettivi, è necessario fissare dei punti chiave:

  • il termine bomba d’acqua andrebbe eliminato dal linguaggio comune visto che è solo la brutta traduzione dall’inglese cloudburst (esplosione di nuvola) indicante una precipitazione di pioggia tra i 30 e i 50 mm/ora a seconda della fonte; già questa incertezza della misura rende opinabile il dato. Se vogliamo attenerci alla descrizione ufficiale dei meteorologi, dovremmo attenerci alla seguente ripartizione:
    • pioviggine < 1 mm/ora;
    • pioggia debole 1÷2 mm/h
    • pioggia leggera 2÷4 mm/h
    • pioggia moderata 4÷6 mm/h
    • pioggia forte > 6 mm/h
    • rovescio > 10 mm/h
    • nubifragio > 30 mm/h
  • un’altra domanda che è spesso posta dal cittadino è se la frequenza di questi fenomeni estremi sia aumentata, ebbene sì la relazione con l’aumento della temperatura dei mari, dell’antropizzazione, dell’inquinamento sono accertata su basi scientifiche.
  • Le previsioni meteo si chiamano previsioni in quanto hanno un’indice di propabilità e sono soggette a numerosi fattori: il territorio italiano di per sé è molto complesso avendo mari, laghi, colline, montagne ed è influenzabile da perturbazioni provenienti da tutti i quadranti. Anche l’avanzamento della perturbazione con i moderni radar meteo non sono in grado di prevedere per tempo fenomeni velocissimi e le quantità di acqua che si riverseranno.

Se non vogliamo credere a punizioni divine o alla fatalità, dovremmo dare ascolto alla comunità di geologi e istituti statali che da anni gridano allo scandalo di urbanizzazioni folli e scriteriate, che si avvalgono di condoni e non rispetto anche delle nozioni più elementari del rispetto della natura. Abbiamo costruito, e per questo subiamo anche le reprimende non solo economiche dall’Europa per eccessivo consumo del territorio. Dati ISPRA (Ist. Superiore per la Ricerca e Protezione dell’Ambiente) indica come anche in anni di crisi edilizia sono andati persi 24 m2 per ogni ettaro e Roma tristemente è in testa a questa graduatoria, nonostante la diminuzione della popolazione.

Abbiamo costruito anche sul greto di torrenti, fiumi a volte anche intombandoli e cementando le rive, il chè ha velocizzato il decorso dell’acqua, e soprattutto non facendo alcuna manutenzione dei fossi e dei canali.

Le disgrazie di Genova e ultima di Palermo ne sono l’esempio lampante. Sarebbe anche necessario mettere ordine sulle competenze dei singoli organi: Protezione Civile, Regioni, Comuni, Autorità di Bacini regionali, etc, etc.

In conclusione, poiché il clima sta modificandosi rapidamente e il nostro paese è molto fragile, basta connettersi al sito dell’ISPRA per leggere rapporti e relazioni inerenti, dobbiamo agire nei confronti dei responsabili locali sollecitandoli a prendere misure adeguate, ma è anche essenziale che ciascuno di noi contribuisca a non disperdere nell’ambiente rifiuti e soprattutto a rispettare le norme.

Claudio Cappabianca

Ultimi articoli