25 Aprile, 2024
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Roma, inaugurato vicino al Sant’Andrea il nuovo padiglione della facoltà di Medicina della Sapienza

Un edificio inondato di luce, un polo per la medicina hi-tech, realizzato dall’architetto Paolo Desideri secondo i precetti della bioclimatica.

Il risultato? Nella nuova sede per la didattica e la ricerca della Facoltà di Medicina dell’Università La Sapienza, adiacente all’azienda ospedaliera-universitaria Sant’Andrea, in via di Grottarossa, non serve tenere accesa l’aria condizionata per garantire un ambiente fresco e ventilato: la sua struttura interna costituita da uno spazio centrale vuoto, attorno alla quale si affacciano i ballatoi dei diversi piani, diventa un “camino”, che risucchia l’aria calda e richiama quella fresca dall’esterno.

Un’accortezza che oggi, per le note ragioni legate alla pandemia, risulta vincente. Sono solo alcune delle novità del palazzetto di quattro piani, inaugurato oggi alla presenza del Ministro per l’Università e la ricerca Gaetano Manfredi, l’Assessore regionale alla Sanità Alessio D’Amato, il rettore dell’ateneo, Eugenio Gaudio, il direttore generale Simonetta Ranalli e il preside della Facoltà di Medicina e Psicologia Fabio Lucidi.

Un’esperienza che presto verrà replicata con l’ampliamento dell’ospedale, sempre progettato da Desideri: “Stiamo approvando il progetto esecutivo della nuova palazzina del Sant’Andrea – dichiara D’Amato – si tratta di uno stanziamento di 17 milioni di euro. Questo sarà un grande campus universitario per la città di Roma”.

Il polo appena aperto – realizzato con quasi 13 milioni di euro, interamente a carico della Sapienza – misura circa 7.000 mq di superficie coperta, ospita 16 aule per complessivi 1196 posti, 21 laboratori, un’aula multimediale da 94 posti, 2 segreterie didattiche, 3 skill lab, 2 spazi di coworking per la ricerca, 10 uffici dipartimentali e 7 uffici di presidenza. Completano il complesso diversi ambienti complementari (servizi, locali accessori, volumi tecnici e spazi di supporto alla didattica), due ampi parcheggi (di cui uno interno) e 4.700 mq di aree esterne.

Formerà studenti dei corsi di medicina e delle professioni sanitarie, afferenti ai dipartimenti di Medicina clinica e molecolare, di Scienze medico chirurgiche e di Medicina traslazionale e di Neuroscienze, salute mentale e organi di senso. “Abbiamo deliberato la costruzione del polo nel dicembre 2014 – dice il rettore Gaudio – abbiamo concluso i lavori lo scorso dicembre, in anticipo rispetto alla scadenza contrattuale, che cadeva a maggio. Rilancia la progettualità scientifica e didattica di questo polo e consente di aumentare del 20% gli studenti di medicina [fino a 1300, ndr]”.

Nell’arco della mattinata, sono stati consegnati i diplomi di laurea a 44 studenti di Medicina – con conseguente giuramento di Ippocrate – e il premio intitolato a Elisa Scarascia Mugnozza, la studentessa di medicina della Sapienza scomparsa nel 2016 in Spagna durante l’Erasmus a causa di un tragico incidente in bus.

“Elisa si trovava in Erasmus, in questo periodo mi ha colpito constatare che tanti ragazzi che si trovavano all’estero allo scoppiare della pandemia non volevano tornare indietro. Questo dimostra che il sogno europeo è più forte della paura, ed è il miglior modo per ricordare Elisa e i suoi compagni”, dice il ministro.

“Se c’è qualcosa che la pandemia ci ha dimostrato è che bisogna ripartire dalle competenze e questa ne è la testimonianza tangibile – continua Manfredi – il nostro paese ha bisogno di università, tenuta accesa da studenti e ricercatori”. E la nuova sede si prospetta come un luogo di eccellenza, oltre che di comfort, per studenti e ricercatori. L’auspicio è che, contestualmente ai progetti architettonici, si possa contare su mezzi pubblici più efficienti per raggiungere ospedale e università. “L’Italia non ha dimenticato la capacità di progettare e costruire – conclude il progettista Desideri – e i tempi nella costruzione di quest’opera lo dimostrano. Il problema è la pochezza della pubblica amministrazione, che stenta a riconoscere quanto l’architettura di qualità sia in grado di costruire identità e senso di comunità”.

(La Repubblica)

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