19 Aprile, 2024
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Pedopornografia, la Procura di Firenze denuncia 20 minorenni coinvolti in una chat degli orrori

Ritrovati nei telefoni dei ragazzi filmati hard con giovani vittime e altri raccapriccianti di mutilazioni. Il più “anziano” del gruppo ha compiuto da poco 17 anni, il più piccolo ne ha 13. Sequestrati decine di smartphone e computer

Video e immagini hard con giovanissime protagoniste. Ma anche raffiguranti suicidi, mutilazioni, squartamenti e decapitazioni di persone, in qualche caso di animali: la polizia postale e delle comunicazioni ha concluso una complessa e delicata attività d’indagine che ha portato alla denuncia in stato di libertà di 20 minorenni, in concorso tra loro, per i reati di detenzione, divulgazione, cessione di materiale pedopornografico e istigazione a delinquere aggravata. L’attività è stata svolta dai poliziotti del Compartimento Polizia Postale per la Toscana coordinati dal procuratore capo della Procura della Repubblica presso il Tribunale per i minorenni di Firenze, Antonio Sangermano.

La vicenda inizia dalla mamma di una ragazzino di 15 anni di Viareggio che scopre sul telefono cellulare del figlio numerosi filmati hard con vittime giovanissime,

si è rivolta alla Polizia postale chiedendo aiuto. Dall’analisi del telefonino è emerso un numero esorbitante di filmati e immagini pedopornografiche, anche sotto forma di stickers (i classici “adesivi” che possiamo usare per chattare), scambiate e cedute dal giovane, che si è rivelato essere l’organizzatore e promotore dell’attività insieme ad altri minorenni, attraverso Whatsapp, Telegram e altre app di messaggistica istantanea e social network. Sul telefono del ragazzo erano inoltre presenti numerosi file “gore” (dall´inglese “incornare”), la nuova frontiera della divulgazione illegale, video e immagini raccapriccianti provenienti dal dark web. Il tutto viaggiava su due chat con numerosi iscritti in varie parti d’Italia.

Dopo oltre cinque mesi d’indagini i poliziotti hanno identificato le persone che a vario titolo detenevano o scambiavano immagini e video pedopornografici

per i quali il procuratore capo ha ritenuto necessario interrompere da subito “l’attività delittuosa” dei minori che condividevano l’inconfessabile segreto di provar gusto in maniera più o meno consapevole nell’osservare quelle immagini di orribili violenze e con contenuti di alta crudeltà.

Le perquisizioni eseguite dalla Polizia postale e delle comunicazioni, coordinate dal Cncpo (Centro nazionale contrasto alla pedopornografia online), sono state eseguite nei confronti di ragazzi minorenni nelle città di Lucca, Pisa, Cesena, Ferrara, Reggio Emilia, Ancona, Napoli, Milano, Pavia, Varese, Lecce, Roma, Potenza e Vicenza. Il più “anziano” del gruppo ha compiuto da poco 17 anni, il più giovane ne ha 13. A far parte delle chat dell’orrore vi erano anche 7 adolescenti, tutti 13enni. Sono stati sequestrati decine di telefonini e computer, dalla cui perquisizione informatica sono emersi elementi di riscontro inconfutabili. Sono in corso, da parte degli esperti, analisi per acquisire le prove e verificare il coinvolgimento di altre persone.

Un fenomeno nuovo

“Il fenomeno nuovo che è venuto alla luce nelle indagini – spiega Annalisa Lillini, dirigente del compartimento della polizia postale per la Toscana – è che accanto allo scambio di materiale pedopornografico avviene in contemporanea l’invio dei cosiddetti file gore, presi per lo più dal deep web, molto violenti, con immagini crude di suicidi e decapitazioni di persone e animali, quasi a voler alimentare con questi video il contenuto di crudezza dei file pedopornografici”.

(La Repubblica)

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