25 Aprile, 2024
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Il procuratore di Manhattan: “Non lascio l’incarico”. Ma viene rimosso

William Barr ha annunciato che Donald Trump ha licenziato il procuratore federale di Manhattan, che aveva indagato sulla cerchia dei suoi collaboratori più stretti.

Il presidente americano però, parlando con i giornalisti, ha affermato che non è stata una sua decisione: “Dipende tutto dal procuratore generale”

Il presidente, Donald Trump, ha licenziato il procuratore federale di Manhattan, Geoffrey Berman, un magistrato scomodo che ha condotto diverse inchieste sull’entourage del presidente. Lo ha annunciato il segretario alla Giustizia, William Barr, mettendo fine a un braccio di ferro, durato meno di 24 ore, tra Washington e il capo della Procura che attualmente stava indagando su Rudy Giuliani, l’avvocato personale del presidente. Berman, che inizialmente aveva detto di non volersi dimettere, ha accettato di lasciare l’incarico. Una decisione presa dopo che la successione ad interim è stata affidata al suo vice nel Distretto Sud di New York e non a un collega del New Jersey, come era stato inizialmente adombrato.

A cinque mesi dalle presidenziali di novembre, il siluramento di Berman è visto da molti come una mossa in chiave elettorale.

Trump, però, parlando con i giornalisti ha negato che sia stata una sua decisione: “Dipende tutto dal segretario alla Giustizia “, ha assicurato. Venerdì sera, a sorpresa, Barr aveva annunciato il passo indietro di Berman, senza spiegarne i motivi, ma il procuratore federale si era opposto. Sabato il ministro aveva pubblicato una dichiarazione scritta con cui accusava Berman di “aver scelto il pubblico spettacolo a discapito del pubblico servizio”. Poi è arrivato l’intervento diretto di Trump: “Poiché aveva dichiarato di non avere nessuna intenzione di dimettersi”, ha spiegato Barr, “ho chiesto al presidente di rimuoverlo, come poi ha fatto”.

Come successore, il presidente ha indicato Jay Clayton, capo della Sec, l’agenzia indipendente equivalente alla Consob che si occupa di finanza e mercati, ma che non ha mai ricoperto il ruolo di procuratore.

Il 60enne Berman guidava dal gennaio 2018 la potente Procura newyorchese che ha condotto le più importanti inchieste americane degli ultimi decenni, dalle Torri gemelle a Wall Street. Era stato lui a sostenere le accuse nei confronti dell’ex avvocato del presidente, Michael Cohen, condannato nel dicembre 2018 a tre anni di carcere per aver mentito al Congresso, evaso le tasse e comprato il silenzio di due ex presunte amanti di Trump durante la campagna presidenziale del 2016. Il procuratore stava conducendo anche l’inchiesta sui tentativi di Rudy Giuliani, attuale avvocato personale del presidente, e di due associati, di gettare discredito su Joe Biden, l’avversario democratico di Trump alle elezioni di novembre.

Incaricato anche dell’inchiesta sul caso Jeffrey Epstein, Berman ha accusato recentemente il principe Andrea di “far finta” di collaborare nel delicato dossier sullo sfruttamento sessuale di minorenni. Berman era stato chiamato a sostituire Preet Bharara, licenziato nel 2017 poco dopo l’ingresso di Trump alla Casa Bianca.

(Agi)

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