16 Aprile, 2024
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Platini, 65 anni da “Le Roi” e un ritorno che profuma di rivincita

Compleanno speciale per il fuoriclasse francese, indimenticato campione della Juventus e dirigente che adesso prepara il rientro nel calcio dopo aver combattuto contro complotti e squalifiche

L’età è quella di chi può andare in pensione, ma Michel Platini non ci pensa minimamente di ritirarsi e godersi i nipotini. E’ stato obbligato a farlo per quattro anni, dopo lo scandalo Fifa che l’ha investito e travolto nell’ottobre 2015 con una lunga squalifica sportiva, ma adesso vede tutto con un’altra luce dopo esser stato scagionato da ogni accusa dalla giustizia svizzera. Ha già scritto un libro in cui ha raccontato la sua disavventura (“Il re a nudo”, edito da Baldini+Castoldi) e nel giorno del suo 65° compleanno riassapora il gusto della rivincita e del ritorno in campo. Si sente vittima di un complotto e anche per questo sente di doversi riprendere quel che gli è stato tolto in modo ingiusto.

“Le Roi” è sempre al centro della scena e soprattutto nel cuore dei tifosi juventini

che non l’hanno mai dimenticato e ancora oggi, a distanza di 33 anni dal suo ritiro dal calcio giocato, sospirano ripensando ai gol d’autore, alle punizioni geniali e alle vittorie conquistate nella Juve di Trapattoni. Michel Platini ha collezionato 224 partite in bianconero dal 1982 al 1987, segnando 104 gol e alzando tutti i trofei possibili in Italia e in Europa. Dalla Coppa dei Campioni all’Intercontinentale, passando per scudetti e coppe varie, nella bacheca sono finiti anche tre Palloni d’Oro di fila e il titolo di campione d’Europa con la Francia. Resta il “dieci” juventino più amato e quell’unione nata con l’Avvocato Agnelli non si è mai spezzata: guarda sempre la Juve in tv e ogni tanto viene allo Stadium, magari dopo una partita a golf alla Mandria.

Michel Platini è stato tutto nel calcio, nel bene come nel male:

giocatore unico, ct sfortunato e grandissimo dirigente capace di organizzare il Mondiale francese del 1998 e poi rivoluzionare l’Uefa da presidente. Ha onorato fino in fondo il suo motto: “La vita è un gioco e va giocata, sapendo che si può perdere. Ma che senso ha non giocarla?”. Anche con Blatter ha giocato, vedendo prima il paradiso e poi l’inferno. L’ex presidente della Fifa è stato sia il mentore che il responsabile della sua caduta, ma ora Platini è pronto ad una nuova avventura. Come rappresentante mondiale dei giocatori o nell’Eca, l’associazione dei club europei guidata dall’amico Andrea Agnelli, ma anche con la voglia di provare a prendersi quella poltrona della Fifa che nel 2016 doveva essere sua. La vita a 65 anni è appena iniziata per “Le Roi”.

(La Stampa)

 

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