20 Aprile, 2024
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Confindustria contro il governo. Bonomi: “Politica dello struzzo rischia di fare più danni del Covid”. Gualtieri: “Parole ingenerose”

Non vuole replicare, ma si limita a definire “ingenerose” le critiche avanzate dal presidente di Confindustria al governo.

Il ministro dell’Economia, Roberto Gualtieri, prova a dribblare le polemiche, ma non può rimanere completamente in silenzio dopo l’attacco di Carlo Bonomi. “Una delle virtù necessarie quando si governa è avere un atteggiamento costruttivo, quindi anche parti dell’intervista mi sono sembrate ingenerose, tenuto conto del dialogo che c’è stato con Confindustria, in merito anche alle proposte accolte nel decreto rilancio”, dice il titolare di via XX settembre, intervistato da Lucia Annunziata a In mezz’ora in più su Rai 3. “Quindi – ha continuato Gualtieri – guardo in positivo e penso sia giusto l’invito a concentrare bene le risorse per gli investimenti e per il futuro, e a non disperderle che è una cosa diversa dalla critica sbagliata a chi dice che abbiamo voluto sostenere tutti. Sì abbiamo voluto sostenere tutti“.

L’attacco: “Questa politica rischia di fare più danni del Covid”

Il ministro si riferisce all’intervista rilasciata da Bonomi al quotidiano Repubblica. Un colloquio denso di critiche e attacchi nei confronti dell’esecutivo. “Questa politica rischia di fare più danni del Covid“, è arrivato a sostenere l’inquilino di viale dell’Astronomia. “La narrazione secondo cui una volta passata la pandemia tutto tornerà come prima – dice Bonomi – è una falsità bella e buona. La realtà è un’altra. Questo è un Paese che si è abituato ad essere anestetizzato. Io non sto cercando le polemica, non sono contro a priori. Sto cercando di mettere tutti davanti alla realtà: gli imprenditori sono fortemente preoccupati. In autunno molte imprese non riapriranno, altre dovranno ridimensionarsi. Non sappiamo cosa succederà domani, che ne sarà delle commesse, degli ordini, dei fornitori”. Secondo il capo degli industriali “la politica dello struzzo alla lunga non paga e può fare peggio del Covid. Lo sivedrà quando scopriremo che il Pil è caduto di dieci punti, allora dovremo faremo tutti i conti con la realtà”. Il presidente dell’associazione che ha sede in viale dell’Astronomia ne ha per tutti: “Questo è un Paese, con la politica in testa, che si sta appassionando a una discussione surreale: quando e come andare in ferie. Un Paese bloccato che discute sulle vacanze! Mi auguro che il Parlamento italiano non chiuda ad agosto, sarebbe davvero una delusione”.

Confindustria: “Risorse annegate nel reddito di cittadinanza”

Nei giorni scorsi Bonomi è arrivato a ipotizzare fino a un milione di licenziamenti dopo la crisi. Oggi ripete: “Ho detto quel che sanno tutti coloro che ogni mattina vanno in azienda a lavorare. Il governo ha bloccato i licenziamenti fino ad agosto. Ma il lavoro, i posti di lavoro, non si gestiscono e non si creano per decreto. Serve una strategia, una visione, un’idea di quale Paese vogliamo costruire. Bisogna smetterla di guardare esclusivamente al dividendo elettorale”. Quindi ecco l’attacco frontale all’esecutivo, reo di aver erogato risorse per i sussidi destinati agli ultimi: “Lo ha detto molto bene il governatore della Banca d’Italia, Ignazio Visco. Bisogna puntare sulla crescita: sono venticinque anni che il nostro Paese perde produttività, allontanandosi sempre più dai concorrenti. E la crescita dipende anche da dove si allocano le risorse: da decenni si aumenta la spesa corrente (il dividendo elettorale) a scapito degli investimenti nelle infrastrutture, nella sanità, nell’innovazione e nella ricerca, nelle politiche per la sostenibilità ambientale e sociale, nelle politiche attive per il lavoro anziché annegarle nel reddito di cittadinanza o nei navigator. A proposito – aggiunge – qualcuno sa dove sono andati a finire? Non si fa così, è uno spreco di risorse inaccettabile“. Per il capo degli Industriali, poi, c’è il contratto nazionale che “va ridotto. Deve diventare una cornice esile per affidare al contratto di secondo livello, in azienda, un ruolo preponderante”.

Leu: “Bonomi vuole portare indietro le lancette dei diritti”

Parole, quelle del numero uno di Confindustria, che hanno provocato anche altre reazioni politiche. “Bonomi immagina che la crisi si affronti barattando la crescita con i diritti. Pensare di aumentare la produttività attaccando il contratto collettivo nazionale e riducendo le tutele del lavoro é semplicemente una follia. Questo è un uso politico della crisi”, dice il senatore di LeU Francesco Laforgia. Per Nicola Fratoianni “il nuovo capo degli industriali, non contento dei tanti, troppi regali avuti dalla politica negli ultimi anni, ne approfitta per lanciare una crociata contro i sindacati che difendono i diritti dei lavoratori, e contro la contrattazione collettiva. Probabilmente immagina che sia questa l’occasione giusta per rimettere indietro fino agli anni ’50 le lancette dei diritti“.

Gualtieri: “Aspi accetti tariffe, ritiro resta opzione”

Se da una parte Gualtieri non ha voluto aprire uno scontro verbale con il presidente degli industriali, dalla Annunziata ha perà condiviso l’invito agli investimenti di Bonomi: “Con la prossima legge di bilancio il governo lavorerà a un progetto pluriennale di rilancio senza precedenti che permetta di recuperare i ritardi e cambiare il Paese”, ha detto il ministro dell’Economia. L’obiettivo, ha spiegato, è quello di presentare a settembre con il Def un piano per la ripresa per “investire sul futuro, sull’innovazione, sulla digitalizzazione, sulla sostenibilità ambientale, sugli investimenti. Chiediamo a tutte le forze di contribuire e dare idee e proposte”. Sui rapporti con Autostrade, il titolare di via XX settembre ha detto: “Serve innanzitutto un’accettazione del regime tariffario e poi si valuterà se ci saranno le condizioni per una soddisfacente, per il bene comune, soluzione transattiva. Altrimenti la procedura di caducazione è ancora in corso ed è un’opzione sempre disponibile”. Poi ha invitato la società del gruppo Atlantia ad accettare il nuovo regime tariffario proposto all’Autorità di regolazione dei Trasporti: “Abbiamo avuto in passato condizioni eccessivamente favorevoli ai concessionari“. Spazio anche al tema delle ultime settimane: il prestito garantito dallo Stato da 6 miliardi di euro chiesto da Fca. “Siamo il paese delle polemiche – ha detto Gualtieri – abbiamo bisogno di investimenti e occupazione. E’ un’opportunità per noi che una multinazionale del settore auto, così presente in Italia con stabilimenti produttivi e occupazione si rivolga per una garanzia pubblica a un prestito privato. E’ nostro dovere dire bene, ma abbiamo bisogno di un impegno verificabile e certo di investimento in Italia”.

(Il Fatto Quotidiano)

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