19 Aprile, 2024
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L’Agone Nuovo celebra la festa della Liberazione dal nazifascismo. Un augurio di speranza anche per il futuro, a tutti i nostri lettori

 

EDITORIALE PER IL 25 APRILE

 

A cura di: Giuseppe Girardi

25 Aprile del 1945: Sandro Pertini chiamava tutti allo sciopero generale contro l’occupazione tedesca, contro la guerra fascista, per la salvezza delle nostre terre, delle nostre case, delle nostre officine. Scatta la fase finale della resistenza, la lotta di liberazione dell’Italia dal regime fascista e dall’occupazione nazista iniziata nel 1943.

Il 25 Luglio del 1943 Mussolini viene esautorato dalle funzioni di capo del governo per decisione del Gran Consiglio del Fascismo, e arrestato su ordine  dal re: è la fine di quel regime, che tentò un’ultima drammatica esperienza con la Repubblica Sociale Italiana. Lo stesso giorno Il maresciallo Pietro Badoglio fu nominato dal re capo del governo e annuncia alla nazione che “la guerra continua”:

Ll’8 settembre 1943  Badoglio annuncia l’armistizio tra Italia e Alleati: i tedeschi, che nel frattempo avevano occupato quasi tutta l’Italia, disarmarono e deportarono centinaia di migliaia di soldati italiani.

Comincia una nuova drammatica guerra, quella della liberazione del paese dal nazifascismo: nasce il Comitato di Liberazione Nazionale (CLN), iniziano ad organizzarsi le prime formazioni partigiane che daranno vita a forme di Resistenza armata e civile per i restanti venti mesi di guerra.

Il 27 Aprile i partigiani catturano Mussolini, fucilato il giorno successivo; il 30 Aprile si suicida Hitler. il 1º Maggio si arrendono le forze tedesche in Italia; seguirà la resa totale della Germania, che dovrà cessare le attività alle 23:01 dell’8 Maggio 1945.

Quelle descritte sono le ultime fasi, un biennio, di una tragedia che ha segnato drammaticamente il nostro Paese, il “ventennio fascista”, iniziato il 29 ottobre 1922 con la presa del potere da parte di Mussolini. I nostri padri e i nostri nonni hanno vissuto un regime autoritario e poi dittatoriale, ricordato in tutti i libri di storia per la sua violenza, per la negazione dei diritti fondamentali dei cittadini, per le discriminazioni razziali, per aver gettato la nostra Patria in una guerra insensata e nell’alleanza con il nazismo di Hitler.

La festa della Liberazione, il 25 Aprile, è una data fondamentale per l’Italia, ricorda e simboleggia uno splendido percorso popolare che ha unito donne e uomini di differenti culture, religioni, ideologie, con l’unico obiettivo di ripudiare violenza e guerra e ripristinare la libertà.

E infatti, si avviò un processo di ricostruzione che porterà prima al referendum del 2 giugno 1946 per la scelta fra monarchia e repubblica – la prima occasione, vogliamo sottolinearlo, in cui in Italia hanno votato anche le donne – e poi alla nascita della repubblica Italiana, fino alla stesura definitiva della Costituzione, promulgata il 27 Dicembre 1947 con la firma di Enrico De Nicola.

 

E’ stata per mezzo secolo una occasione per celebrare la nascita della nostra Repubblica democratica, delle ragioni profonde della coesione di un popolo: parità di diritti, giustizia, pace, solidarietà. Eppure, ancora oggi si alzano le voci di chi vorrebbe cancellare la storia e le conquiste democratiche , di chi considera la Liberazione dal fascismo occasione di divisioni, di chi si ostina – chissà perché – a non riconoscere semplicemente errori e drammi del fascismo, a distinguere fra torturati e torturatori.

Sbagliano, perché ricordare il 25 Aprile non vuol dire rivangare eventi tragici, infierire contro i perdenti o disprezzare i loro morti; non vuol dire cancellare gli orrori di una guerra, militare e civile, che riguardano tutti.

Vuol dire, questo sì, ripudiare la guerra, aborrire la violenza, condannare chi istiga alla violenza e si nutre di essa.

Sbagliano, perché ricordare il 25 Aprile è un messaggio di pace, di unità, di attaccamento a quei valori fondanti che stiamo progressivamente smarrendo: libertà, diritti, uguaglianza, solidarietà.

Sbagliano, specialmente in questo periodo che richiede una grande unione di popolo per superare la gravissima crisi sanitaria e quella economica che si profila con connotati ancora più drammatici.

 

L’Agone festeggia il 25 Aprile, quest’anno 75mo anniversario della Liberazione.

Lo facciamo invitando ad aderire all’appello dell’ANPI:

..Esponiamo dalle nostre finestre e dai nostri balconi i tricolori, i fazzoletti dell’ANPI e simboli antifascisti, e cantiamo Bella Ciao, simbolo della Resistenza in tutto il mondo.
E’ un modo per riaffermare i principi di libertà dalla dittatura terroristica fascista, di libertà, di unità e di indipendenza del Paese, di rispetto della dignità umana e dei suoi valori universali, di protezione sociale generale nella solidarietà, di ripudio della guerra e di promozione dell’amicizia e della pace con tutti i popoli della terra.

Questa crisi insegna che possiamo venirne fuori solo tutte e tutti insieme, con la Costituzione, nessuna esclusa e nessuno escluso.
Diciamolo anche noi, ne usciremo, Costituzione alla mano, se si penserà a tutti e a tutte.

Lo facciamo insieme a tutte le sezioni ANPI, che vedono una crescita continua di nuovi iscritti, specialmente giovani, anche nel nostro territorio.

Si’, ripartiamo dalla Costituzione, e affrontiamo il “dopo Covid” cercando di non ricominciare con le storture e le contraddizioni di prima:

  • ricostruiamo il ruolo dello Stato in settori cruciali – sanità, formazione e ricerca, servizi essenziali, beni comuni;
  • puntiamo su partecipazione e solidarietà;
  • combattiamo la corruzione e l’evasione fiscale introducendo un sistema fiscale equo;
  • combattiamo inefficienza dell’apparato pubblico e della politica
  • ispiriamoci alla Costituzione per torniamo a dare un ruolo proprio ai partiti

 

 

 

Di: Claudio Cappabianca e Giovanni Furgiuele

Il 25 aprile

Alla fine di questa settimana, sabato 25 aprile, si celebrerà la Festa della Liberazione, ma crediamo che a fronte di una dilagante disinformazione, di una non conoscenza profonda di cosa abbia significato un triste ventennio, quanto ancora abbia bisogno l’Italia per raggiungere una vera Unità e coerenza con la Costituzione, giudicata tra le migliori al mondo, proponiamo ai nostri lettori e soprattutto ai giovani una serie di considerazioni e verità storiche.

 Italo Calvino, noto scrittore partecipante alla guerra partigiana, scrisse:

Dietro il milite delle Brigate nere più onesto, più in buonafede, più idealista, c’erano i rastrellamenti, le operazioni di sterminio, le camere di tortura, le deportazioni e l’Olocausto; dietro il partigiano più ignaro, più ladro, più spietato, c’era la lotta per una società pacifica e democratica, ragionevolmente giusta, se non proprio giusta in senso assoluto, chè di queste non ce ne sono.

 

 Il fascismo in Italia con elezioni infarcite d’irregolarità e intimidazioni nell’aprile del 1924 vince le elezioni, e Giacomo Matteotti viene ucciso per avere denunciato il clima vessatorio. Il re Vittorio Emanuele III si astenne da qualunque commento o azione. Immediatamente furono varate leggi proibizionistiche: protezione degli interessi industriali con il riconoscimento di sindacati fascisti, divieto di sciopero, istituzione di tribunali speciali e della polizia politica con l’OVRA la cui sigla è ancora oggi misteriosa, ma ormai ben documentata azione di torture atroci su oppositori o semplici non allineati, istituzione del confine di polizia, esclusione per i non aderenti al partito dal lavoro. Il sistema scolastico viene distorto sempre in funzione dell’ideologia fascista e mirante ad un indottrinamento feroce con la riforma Gentile e il controllo della stampa e degli altri strumenti di comunicazione. Altro provvedimento per adeguarsi al nazismo germanico fu la proclamazione delle Leggi razziali che prevedevano una serie di norme legislative e amministrative contro tutti coloro di non razza italiana: professori, docenti, scienziati, persone scomode furono allontanati, deportati. Le leggi razziali furono di nuovo emesse con la Repubblica di Salò. Ricordiamo che le leggi promulgate dal governo erano poi controfirmate dal re.

La festa delle Liberazione nacque nell’aprile del 1946 su proposta delle forze partigiane per commemorare la fine del fascismo e della guerra civile e l’avvio di una fase di governo con il referendum del 2 giugno 1946 per la scelta istituzionale fra monarchia e repubblica. Il 25 aprile simboleggia, pertanto, la resistenza militare e politica messa in atto dalle forze partigiane durante il secondo conflitto mondiale, dalla data dell’8 settembre 1943, nei confronti del governo fascista della Repubblica Sociale Italiana e l’occupazione nazista.

Volere confondere il 25 aprile con la festa della Repubblica del 2 giugno, istituita nel 1947, giornata del referendum su citato è fuorviante, come pure il commemorare i caduti di tutte le guerre o i poveri morti del Covid-19. L’opera subdola della destra è abile ma pericolosa in quanto si vuole equiparare l’azione di forza liberiste con le forze fedeli al re e a Mussolini. Vediamo anche nelle sterili polemiche tra Nord e Sud o tra regione e regione chi sia stato il più bravo nel contenere perdite umane durante la pandemia. Diamo invece spazio a quanto hanno saputo seminare con il loro sacrificio i nostri padri costituenti: l’Italia è una non mescola di regioni con differenti leggi, privilegi; la solidarietà vera sia attuata attraverso un serio impegno e non un’inutile sbandieramento di tricolori

La Costituzione è un buon documento; ma spetta ancora a noi fare in modo che certi articoli non rimangano lettera morta, inchiostro sulla carta. In questo senso la Resistenza continua.
(Sandro Pertini)

 

Canteremo Bella Ciao, canto partigiano il cui testo ha valori universali di libertà e opposizione alle dittature e alla guerra, senza riferimenti politici o religiosi, ma uniti nella lotta contro l’invasor.

«Una mattina mi sono svegliato
o bella ciao bella ciao bella ciao, ciao, ciao
una mattina mi son svegliato
ed ho trovato l’invasor.

O partigiano portami via
o bella ciao bella ciao bella ciao, ciao, ciao
o partigiano portami via
che mi sento di morir.

E se io muoio da partigiano
o bella ciao bella ciao bella ciao, ciao, ciao
e se io muoio da partigiano
tu mi devi seppellir.

E seppellire la su in montagna
o bella ciao bella ciao bella ciao, ciao, ciao
e seppellire la su in montagna
sotto l’ombra di un bel fior.

Tutte le genti che passeranno
o bella ciao bella ciao bella ciao, ciao, ciao
e le genti che passeranno
mi diranno che bel fior.

E questo è il fiore del partigiano
o bella ciao bella ciao bella ciao, ciao, ciao
e questo è il fiore del partigiano
morto per la libertà.»

 

 

 

DI SEGUITO RIPORTIAMO IL PROGRAMMA DELLE CELEBRAZIONI NELLE PIAZZE VIRTUALI LANCIATO DALL’ANPI NAZIONALE

 

 

 

 

QUESTI I CONTRIBUTI INVIATI DALLA SEZIONE DELL’ANPI DI ANGUILLARA

 

un video celebrativo :

 

un sonetto scritto da Valerio Volpi:

 

ER 25 APRILE DER ’45

Quer giorno lì l’ITALIA se persuase,

davero era finita, mo, la guèra

e a li profumi della primavera

s’aprireno le porte delle case.

 

 

Quer giorno lì ‘na cifra de persone

sorti’ pe’ respira’ quell’aria pura,

ché nun ce stava più la dittatura,

nun c’era più er confino e la priggione.

 

Quer giorno lì chi stava su li monti

sognanno seppellito sotto a ‘n fiore

sorise e je tornòrno tutti i conti.

 

‘Na folla che da tanto ‘n s’era vista

quer giorno lì, pe’ nun scorda’ l’orore,

gridò « VIVA L’ITALIA ANTIFASCISTA ! »

 

Valerio Volpi
25 Aprile 2020

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