29 Marzo, 2024
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L’Agone Intervista i Sindaci del territorio su emergenza Covid-19

Il Presidente dell’Associazione L’Agone Nuovo Giovanni Furgiuele, ha intervistato i Sindaci del territorio per informare la comunità su quanto si sta facendo per fronteggiare l’emergenza Coronavirus.

 

Sindaco di Manziana, Bruno Bruni

Aggiornamenti sulla situazione sanitaria dei Comuni: numero dei pazienti, evoluzione dell’epidemia interna all’Organizzazione e attività in corso;

Al momento il numero dei contagiati in paese è fortunatamente sceso a 9 persone, essendo guariti nelle ultime settimane ben 18 Concittadini. Nonostante la situazione sembri essere decisamente migliorata, l’attenzione è però ancora molto alta: Manziana, infatti, non ha intenzione di abbassare la guardia. Continua il lavoro di controllo del territorio comunale da parte della Polizia Locale e dei Carabinieri e non ha avuto sosta neanche l’operato di parte degli uffici comunali e dei volontari della protezione civile e delle altre associazioni che si sono messe a disposizione in questo momento per assistere le persone più fragili e in difficoltà.
Il prossimo obiettivo è azzerare il numero dei contagiati. Solo in quel momento potremo avere la mente sgombra per concentrarci al 100 % sulle modalità e sui tempi per ripartire. Siamo una Comunità e come tale ci comporteremo: ricominceremo tutti insieme, con l’obiettivo di non lasciare nessuno indietro.

 

Organizzazione e connessione tra le varie organizzazioni: sanitarie, organi di controllo, volontariato;

Il lavoro di squadra è sempre più evidente e con il passare dei giorni diventa anche sempre più organizzato, efficace ed efficiente. La situazione è complessa e non può essere affrontata con interventi isolati e non strutturati: anche il gesto che può apparire più semplice deve essere inserito all’interno di un sistema di aiuto ben strutturato che tenga conto delle prescrizioni in vigore e dell’interesse della salute pubblica.

Nel contingente i Comuni sono autosufficienti? oppure necessitano di nuove forze?

Con la possibilità di vedere partire tra poco la cosiddetta fase 2, è praticamente scontato evidenziare come le sole forze di controllo a disposizione dei singoli Comuni non siano sufficienti. Con 2 vigili in servizio per ogni turno come è possibile verificare su tutto il territorio comunale che imprese e Cittadini rispettino le disposizioni nazionali? Non vuole essere il mio uno scarico di responsabilità o una inutile lamentela ma purtroppo una fotografia realistica della situazione: anche in questa occasione dovremo fare affidamento sul senso di responsabilità e sulla collaborazione dei Cittadini. Forse era e sarebbe necessario pensare ad un sistema di controllo diverso e più capillare.

 

Come state organizzando la Fase 2? E su quali basi e ipotesi di lavoro?

Organizzare qualcosa su cui ancora non si hanno indicazioni precise è particolarmente difficile se non impossibile. Noi abbiamo predisposto una serie di ipotesi di lavoro, in base a quello che il Governo centrale ci comunicherà, sperando che questo non avvenga alle 11 di sera del giorno prima l’entrata in vigore dell’ennesimo DPCM. Non voglio sembrare eccessivamente critico o polemico, so benissimo che a tutti i livelli si sta lavorando in emergenza, ma, dal momento in cui si fa un annuncio a quando poi le cose vanno realizzate, serve del tempo, non solo ai Comuni ma anche alle famiglie e a tutte quelle realtà imprenditoriali che nel giro di poche ore in questi ultimi mesi hanno dovuto adeguarsi a disposizioni specifiche e normative. Le parole sono facili da dire ma per trasformarle in fatti ed azioni concrete serve tempo e una pianificazione a tutti i livelli.


Augurandoci che la fine, almeno della fase cruciale, finisca al più presto: come pensate si possa correggere o migliorare la situazione attuale? Rapporti Comune/Regione/Stato centrale: finanziamenti, responsabilità, privilegiare pubblico anziché il privato;

Come Sindaco mi sento di dire che andrebbe rivisto proprio il mio ruolo: l’ho detto in altre occasioni, i Comuni sono il baluardo dello Stato più vicino ai Cittadini. Lo sono stato in questa occasione e lo saranno anche in futuro. Ma lo Stato deve capire che un Sindaco non può essere lasciato solo perché sarà lui che si interfaccerà direttamente con i Cittadini, sarà sempre lui a conoscere e dovere gestire concretamente le problematiche del suo paese. Quindi, mentre a livello nazionale e mediatico, si è sottolineato spesso lo scontro tra Governatori di Regioni e Governo centrale è stata del tutto sottovalutata e silenziata la voce dei Sindaci, fatta eccezione per qualche mio collega delle grandi città. Se devono essere i Sindaci i punti di riferimento, tanto da essere per legge autorità sanitarie locali, devono avere anche la possibilità di offrire il loro contributo prima che le decisioni vengano prese. Altrimenti non si diventa punti di riferimento ma dei semplici tappabuchi in un’affannosa rincorsa delle decisioni prese in autonomia da altri soggetti.

In merito al dibattito pubblico-privato la mia posizione è la stessa da tempo: l’uno non esclude l’altro. Il privato sia messo nelle condizioni di investire e il pubblico, invece, nelle condizioni di funzionare. Negli anni nella sanità pubblica si sono tagliati posti letto, si sono chiusi ospedali e in questa deriva va detto con onestà i privati non possono essere additati come responsabili. La politica deve rispondere delle proprie scelte e quella di fare tagli alla sanità e al sociale era ed è anche oggi una scelta errata e a dirlo non è Bruno Bruni Sindaco di Manziana ma la storia che in questo periodo stiamo vivendo in prima persona e che ci sta scorrendo sotto gli occhi.

 

Puntare su cosa: Turismo, Agroalimentare, Ambiente (paesaggio-centri storici-ecc.);

Puntare sul buon senso! Dare oggi ricette di riscatto per me non sarebbe credibile. E’ troppo presto. Molte imprese non sanno se ce la faranno a riaprire, molte altre non apriranno proprio. E questo non significa, come sembra apparire in alcuni servizi giornalistici, solo una perdita di PIL: significa un aumento della disoccupazione, significa padri e madri di famiglia che non sapranno come portare lo stipendio a casa, significa genitori che per potere badare ai figli, con le scuole chiuse e i nonni impossibilitati ad essere d’aiuto, dovranno cambiare la propria vita, magari passando da due stipendi ad uno stipendio in famiglia.
Oggi non ci sono ricette. Oggi bisogna con tutta onestà reggere il colpo. Come in un incontro di box: siamo ancora in un angolo presi a pugni a destra e sinistra. Non è possibile pensare ora a come attaccare l’avversario. Dobbiamo spendere le nostre energie ad incassare le botte e a riuscire ad uscire dall’angolo. Fatto questo, la visuale cambierà e allora sarà possibile decidere come riprendere in mano il match e stendere al tappeto questo virus!

 

La cosa più bella di questo periodo?

In questi giorni in cui davvero il mondo sta vivendo pagine buie che resteranno nella Storia e che ridisegneranno il nostro futuro, l’aspetto che più mi sta emotivamente e favorevolmente toccando è la solidarietà che vedo ogni giorno. La vivo direttamente o indirettamente. Nel mio ruolo di Sindaco ma anche di singolo Cittadino. Spesso si è parlato in passato di una società egoista: non è così. I fatti stanno dimostrando che, a fronte di alcune persone che sbandierano fotografie di donazioni fatte come fossero medaglie da esporre per ricevere consensi sui social, esiste, invece, una maggioranza silenziosa che senza trionfalismi si da da fare con i fatti. I Volontari della Protezione Civile e delle altre Associazioni di supporto stanno facendo qualcosa di straordinario, dedicando ogni giorno il loro tempo, togliendolo alle loro famiglie per aiutare gli altri. E ancora, in Comune, in meno di 10 giorni sono arrivati 6mila euro di donazioni, silenziose ma davvero preziose.
In mezzo a tanto dolore, la maggioranza spesso ignorata sta facendo sentire silenziosamente e concretamente la sua voce: Manziana è una comunità solidale e sa dimostrarlo nei momenti di difficoltà. Non smetterò mai di ripeterlo: grazie di cuore a tutti

Sindaco di Trevignano Romano, Claudia Maciucchi 

 

 In questi giorni di coronavirus, a Trevignano si ha il tempo di riflettere ed essendo in prossimità del 25 aprile, la mente si è rivolta al contenuto dei termini: resistenza e libertà.  Le due parole hanno consentito di ricordare colloqui e testimonianze di generazioni passate e, nel contempo, hanno consentito di rivivere, come in un parallelismo virtuale, scene di vita ed esperienze traumatiche vissute dalla generazione del coronavirus.

Racconti sul secondo conflitto, teatri di guerra, ed anche immagini  di migliaia di civili trasportati in Germania sui treni della morte o gettati negli inghiottitoi carsici, che mai hanno fatto rientro.

Allora resistenza verso quelle realtà belliche cruente, aberranti e lotta per riconquistare la libertà e, oggi resistenza al Covid 19 e desiderio di ritorno alla normalità, alla propria quotidianità, semmai sia ancora raggiungibile nello stesso modo di prima.

Due parole, due concetti di grande valore che nel corso di quest’anno sono inaspettatamente ritornati attuali.

Ovviamente, considerate le grandi differenze, le crudeltà, le sofferenze, le malvagità, le conseguenze e le proporzioni immani del conflitto, con la pandemia. Le generazioni di questi due momenti tragici, sia pure utilizzando modi diversi per contrastare il male, hanno fatto resistenza per conquistarsi la libertà. Adesso i rifugi della guerra sono le stanze e le corsie di ospedale e le sirene dei bombardamenti quelle spiegate dalle ambulanze che trasportano i positivi al virus, la radio di allora è la televisione.   In questo momento gli infermieri e i medici, i valorosi della primavera del 2020, lottano duramente come i combattenti di allora, opponendosi al male e purtroppo molti di essi sono morti sul campo. I volontari di oggi espongono a rischio la propria vita per assistere un anziano, un disabile o una persona sola, come allora molti civili nascondevano in casa ebrei e ne favorivano la fuga.

Quando in una Società, molti mettono a rischio la propria esistenza per un sentimento di giustizia, di solidarietà e affrontano con durezza un morbo pandemico insidioso e senza sembianze, per il benessere collettivo, il termine resistenza riemerge, diviene nuovamente attuale ed è sinonimo e la premessa di voglia di ripartire verso la libertà, con modi e situazioni diverse ma con la stessa determinazione e volontà in cui lo è stato per le generazioni degli anni quaranta.

Risorgeremo, ripartiremo     

                                                              Sindaco di Bracciano, Armando Tondinelli     

                                   

Aggiornamenti sulla situazione sanitaria dei Comuni: numero dei pazienti, evoluzione dell’epidemia interna all’Organizzazione;

 In merito all’evoluzione dell’epidemia nel Comune di Bracciano registriamo fortunatamente dei numeri che ci fanno pensare di essere usciti dalla fase critica sebbene rimaniamo sempre molto cauti e pronti a rigorosi controlli nella fase 2. Ad oggi 22 aprile Bracciano conta 25 positivi in totale al covid-19 di cui 1 decesso e 10 guariti. Attualmente il totale è di 14 positivi al coronavirus. Il nostro pensiero e sostegno morale va alle persone che stanno ancora combattendo con il virus e a chi sta incontrando difficoltà dovute all’emergenza pandemica.

Attività in corso?

 A tale proposito, proprio riguardo le molteplici attività in corso da parte di quest’Amministrazione una grande risposta è arrivata da tutte le attività messe in campo per andare incontro ai cittadini di Bracciano che hanno bisogno di maggiori attenzioni sia sotto il profilo economico che di aiuto morale e psicologico.

 

Organizzazione e connessione tra le varie organizzazioni: sanitarie, organi di controllo, volontariato;

 I nostri anziani, disabili e le famiglie che hanno visto il loro tenore di vita cambiare drasticamente non sono stati lasciati indietro e questo lo dobbiamo non solo al nostro incessante lavoro ma alla grande rete di solidarietà e sostegno che si è creata grazie ai volotari della Protezione Civile e aderenti al Centro Operativo Comunale, alle associazioni, alle parrocchie, all’Esercito, ai Vigili del Fuoco e ai tanti cittadini che hanno dato il loro contributo attraverso un conto corrente che abbiamo appositamente aperto per l’emergenza. E poi non posso non ringraziare tutte le forze dell’ordine che ogni giorno pattugliano il territorio e garantiscono la sicurezza dei cittadini e il rispetto delle norme non solo legate all’emergenza.

 

Nel contingente i Comuni sono autosufficienti? oppure necessitano di nuove forze?

 La risposta è che se ci fosse anche il contributo dell’esercito sul nostro territorio potremmo garantire un

maggiore controllo che sarà ancora più necessario nella fase 2

 

Come state organizzando la Fase 2? E su quali basi e ipotesi di lavoro?;

 Attraverso una importante variazione di bilancio faremo una igniezione di liquidità a favore dei commercianti e piccole medie imprese. Una risposta concreta per avviare la fase 2 senza eccessive preoccupazioni.

 

Puntare su cosa: Turismo, Agroalimentare, Ambiente (paesaggio-centri storici-ecc.);

 Stiamo organizzando questa fase su molti fronti e nei prossimi giorni daremo notizie più specifiche al riguardo ma una cosa è certa, puntiamo sul turismo, sulle nostre ricchezze naturalistiche e sulla tutela

dell’ambiente (di recente sono stati piantati oltre mille alberi e arbusti sul territorio) per rialzarci in fretta e

risollevare Bracciano.

Augurandoci che la fine, almeno della fase cruciale, finisca al più presto: come pensate si possa correggere o migliorare la situazione attuale? Rapporti Comune/Regione/Stato centrale: finanziamenti, responsabilità, privilegiare pubblico anziché il privato;

 Proseguiamo per la strada intrapresa con un dialogo costruttivo con tutte le realtà sovracomunali per il bene della nostra comunità soprattutto inun momento così critico. Riguardo la volontà di quel paio di consiglieri di opposizione di continuare con la politica del fango e della critica dico che c’è sempre tempo per allinearsi e trovare un briciolo di responsabilità. Adesso abbiamo questioni molto più importanti da affrontare e mettiamo da parte tutto per il bene della cittadinanza.

Emanuele Rallo, Sindaco di Oriolo Romano

 

 

  1. Aggiornamenti sulla situazione sanitaria dei Comuni: numero dei pazienti, evoluzione dell’epidemia interna all’Organizzazione e attività in corso;
    – Finalmente, il momento critico sembra passato. A mercoledì 22 Oriolo registrava 9 casi di cui 4 dichiarati guariti e solo 2 ancora non entrati nel processo di negativizzazione. Fino a ora, tutte le persone positive non hanno avuto bisogno di ricorrere al ricovero, e hanno quindi svolto la loro degenza presso la propria abitazione. Nel frattempo, abbiamo proseguito con il coordinamento delle varie organizzazioni presenti all’interno del COC: polizia locale, carabinieri, servizio sociale, protezione civile, croce rossa, parrocchia e chiesa avventista, tutti insieme siamo riusciti fino a oggi a soddisfare le necessità della popolazione durante questa fase così complicata. Davvero una grandissima prova di solidarietà diffusa
  2. Organizzazione e connessione tra le varie organizzazioni: sanitarie, organi di controllo, volontariato;
    – Al momento dobbiamo davvero ringraziare tutte le persone che stanno contribuendo al mantenimento di un buon livello di autocontrollo, e in primis la cittadinanza. Siamo riusciti a mantenerci rigorosi senza perdere umanità e un senso diffuso di prossimità. L’apporto del volontariato è stato enorme e probabilmente decisivo, come forse mai nella storia di Oriolo. Sempre più stretti inoltre i rapporti con l’ASL di Viterbo e con i medici di base, con cui siamo riusciti a mappare costantemente i vari casi evitando che il virus dilagasse. Abbiamo avuto un numero di casi non proprio piccolo, eppure siamo riusciti a contenere ogni possibile link
  3. Nel contingente i Comuni sono autosufficienti? oppure necessitano di nuove forze?
    – Stiamo resistendo, anche con dignità e capacità, pur nella scarsezza di risorse e di personale umano. Per il futuro però c’è necessità di una svolta: le risorse sono importanti, soprattutto c’è bisogno di semplicità e di velocità. E dobbiamo rendere protagonisti del dopo le comunità. Saranno cruciali gli stimoli, anche culturali e economici, per rendere protagonista la cittadinanza
  4. Come state organizzando la Fase 2? E su quali basi e ipotesi di lavoro?;
    – La ripartenza è sempre più prossima. Al di là di alcuni interventi specifici che faremo a breve su suolo pubblico e TARI, la chiave come sempre è rappresentata dalla capacità di visione. Lo spazio all’aperto diverrà il breve più prezioso: noi siamo avvantaggiati, perché possiamo contingentare l’ingresso sia a Villa Altieri sia al Parco del Convento. E dovremo essere in grado di rileggere anche gli spazi più usati, come le piazze e il Viale delle Olmate. Si apre una sfida enorme: Bonaccorsi ha parlato di turismo di prossimità, e la prossimità dei nostri territori sono i 3 milioni di abitanti di Roma
  5. Augurandoci che la fine, almeno della fase cruciale, finisca al più presto: come pensate si possa correggere o migliorare la situazione attuale? Rapporti Comune/Regione/Stato centrale: finanziamenti, responsabilità, privilegiare pubblico anziché il privato;
    – Il periodo che stiamo vivendo dimostra l’importanza, più che della centralizzazione, dell’esistenza di una regia centrale. Soprattutto nella prima fase, la burocrazia e la parcellizzazione delle competenze hanno reso la nostra reazione troppo lenta. Credo però che della lezione si sia fatto tesoro. Ora sta al Governo, in cui ho fiducia, avere coraggio e non tornare indietro
  6. Puntare su cosa: Turismo, Agroalimentare, Ambiente (paesaggio-centri storici-ecc.);
    Sul turismo, come dicevo prima, è il momento dell'”ora o mai più”. Una combinazione di possibilità del genere, in un contesto in cui domina lo spaesamento, non ricapiterà. E per questo parlo di protagonismo delle comunità: il pubblico, senza l’inventiva dei singoli, può fino a un certo punto. E poi, una volta per tutte, serve un posizionamento definitivo: la Via Clodia, anche per il continuo crescere dei flussi turistici non convenzionali, ci può aiutare. Sicuramente, sta a noi Sindaci del territorio essere coraggiosi e prendere l’iniziativa. E fare gioco di squadra. Se Monterano attira, anche Oriolo ne beneficia, e idem il contrario.

    Alessandro Bettarelli, Sindaco di Canale Monterano

    Aggiornamenti sulla situazione sanitaria dei Comuni: numero dei pazienti, evoluzione dell’epidemia interna all’Organizzazione e attività in corso.

    “Ad oggi Canale registra sei cittadini ancora in positività Coronavirus e quattro guariti. Circa 20 le persone in isolamento. I dati in nostro possesso evidenziano chiaramente come il virus non si sia propagato in paese, ma si sia diffuso tramite il noto cluster di Manziana e l’attività professionale in ambito sanitario. Sono rimasto personalmente in contatto con tutti i malati durante questo periodo e l’unico caso davvero preoccupante è in questi ultimi giorni in lieve ma costante miglioramento. A lui va il nostro più grande in bocca al lupo per uscire presto da questa brutta esperienza.”

    Organizzazione e connessione tra le varie organizzazioni: sanitarie, organi di controllo, volontariato.
    “Beh, credo che il lavoro fatto sia sotto gli occhi di tutti. Abbiamo agito con celerità e senza sbavature. La mole di lavoro che siamo riusciti a produrre è stata moltiplicata dal nostro grande associazionismo. I primi interventi hanno subito fronteggiato la situazione: la spesa gratuita, il pronto-spesa e pronto-farmaci. I voucher spesa di Governo e Regione sono stati messi subito in campo e hanno riguardato circa 140 famiglie. Rapidamente abbiamo distribuito mascherine superiori al numero dei residenti, ma soprattutto, nessuno è mai rimasto solo in questo periodo, anche semplicemente per una risposta, una consegna, una cortesia o un consiglio. Abbiamo dimostrato di essere una comunità solidale, nella quale ognuno ha fatto quello che ha potuto. Tra tanti grazie da dare ne scelgo quindi due: ai cittadini e al nostro volontariato.”

    Nel contingente i Comuni sono autosufficienti? Oppure necessitano di nuove forze?
    “A Canale è ormai un anno che non c’è un Segretario Comunale e abbiamo un solo vigile in servizio. Chiaro che gestire una crisi come quella in corso con problematiche del genere non è stato facile, vuoi per la mole enorme di normative, comunicazioni e adempimenti che abbiamo dovuto ricevere e applicare, vuoi per l’azione di controllo che ci è stata richiesta dalle Istituzioni superiori. Il 30 marzo abbiamo approvato il Bilancio, che fa del nostro un Comune sano e pronto ad affrontare i prossimi mesi con ottimismo e fiducia. Credo, in definitiva, che ce la siamo cavata egregiamente, grazie alla disponibilità dei dipendenti e degli amministratori, che hanno messo a disposizione tempo e professionalità per sopperire alle lacune di organico. A tal proposito mi piace evidenziare la grande sinergia che si è istaurata tra Comuni per collaborare e risolvere insieme molti dei problemi riscontrati in questo periodo. I Comuni hanno dimostrato ancora una volta di poter fare tanto con poco.”

    Come state organizzando la Fase 2? E su quali basi e ipotesi di lavoro?

    “La Fase due è una sfida storica, paragonabile solo ai mesi che seguirono il 1945. Una sfida globale, non solo italiana. Domande complesse a cui solo gli stolti possono rispondere con slogan semplici. Come Amministrazione Comunale stiamo aspettando il cd. Dpcm di Aprile, per capire cosa metterà in campo il Governo, al fine di decidere misure effettivamente sostenibili dalle finanze comunali ed evitare interventi che confliggano o duplichino quelli del Governo.

    Le possibili misure da mettere in campo sono chiare e non potranno valicare le competenze comunali, ma avremo dati oggettivi sui quali discutere solo una volta approvato il Rendiconto 2019 e conosciute le misure messe in campo a livello Italia. Non dimentichiamoci che i Comuni, così come le imprese, affrontano il 2020 con grandissime incognite, che metteranno a repentaglio la sopravvivenza stessa degli enti che non sapranno ben dosare entrate ed uscite. I Comuni, a differenza dello Stato, non possono fare deficit.”

     

    Augurandoci che la fine della crisi, almeno della fase cruciale, arrivi al più presto: come pensate si possa correggere o migliorare la situazione attuale?

    “Con scelte rapide e merito. Per me sono queste le chiavi di volta. In una società in rapidissima evoluzione come la nostra non possono passare mesi per sapere se l’Europa aiuterà l’Italia o no. O se un contributo che mi serve per sopravvivere arriverà sul mio conto corrente. Tempi assurdi che non reggono più il passo di esigenze immediate. Pensiamo solo per un attimo ai dpi di protezione contro il Coronavirus. Possibile che dopo mesi in Italia ci sia ancora carenza di mascherine? E poi il merito. Servono le persone giuste al posto giusto, ad ogni livello. Dovremmo aver capito durante questa emergenza quanto è importante un operatore ecologico, un infermiere, un medico, un poliziotto, un dirigente dello Stato, un Ministro, un Presidente del Consiglio. La persona sbagliata in un posto di responsabilità reca un danno a tutta la Nazione, non c’è fede politica o amicizia che tenga. Per ricostruire serviranno le menti migliori e ognuno dovrà dare il massimo. La Pubblica Amministrazione in primis.”

    Puntare su cosa: Turismo, Agroalimentare, Ambiente (paesaggio-centri storici-ecc.);
    “Io punterei sul welfare state italiano, lo stato sociale, fatto di sanità, scuola, università, previdenza, etc. che sembra aver tenuto all’emergenza Coronavirus, sicuramente meglio rispetto a sistemi più liberisti. Punterei su un’economia circolare che prenda il posto gradualmente dell’economia ‘usa e getta’ degli ultimi decenni, su un’Europa davvero solidale e unita, sul lavoro agile, dove il problema non sia la timbratura del cartellino, ma quello che davvero fai per il tuo datore di lavoro, sulla bellezza del nostro Paese, su chi nei momenti difficili c’era e non s’è nascosto, sui politici che sanno fare, magari parlando poco, sui cittadini onesti, sui giovani capaci e soprattutto su un concetto che negli ultimi 50 anni si è perso: il merito. Senza merito come scala sociale avremo una società incapace di gestire le sfide sempre più difficili che ci si pareranno davanti. Gli anni dell’incoscienza dovranno lasciare il campo ad un cinquantennio di consapevolezza, di rispetto dell’uomo e dell’ambiente che lo circonda. Spero che l’Italia delle corti, dei nani e delle ballerine venga spazzata via da questa crisi, per lasciare spazio ad un Rinascimento Italiano fatto di capacità e bellezza. Gli italiani e l’Italia possono farcela. Basta crederci, basta volerlo”

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