25 Aprile, 2024
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Co – Vi – D: Come Vivremo Dopo la Pandemia

di Fernando Dell’Agli, consulente aziendale e formatore

La pandemia, a parte le notizie dolorosissime dei contagi e dei decessi di cui abbondano i notiziari, sta influenzando profondamente il nostro modo di vivere, di lavorare, di muoverci, le nostre relazioni sociali, perfino il clima; poiché – speriamo al più presto – ne usciremo, penso sia utile provare ad immaginare quali di questi cambiamenti potranno diventare permanenti, trasformandosi da disagi in opportunità, e quali invece ci converrà abbandonare non appena superata la crisi.

Augurandoci che il governo – tutti i governi – sappiano trovare dei rimedi che risolvano al più presto l’emergenza sanitaria, risanino una economia in grave pericolo e riescano a tutelare chi al momento non lavora e non mangia, vorrei prendere in considerazione due aspetti che hanno un grande impatto sulle nostre abitudini: lo smart working e lo smart teaching, ovvero il lavoro fatto a casa propria e l’insegnamento nelle scuole fatto a distanza.

Benefici e svantaggi

Per coloro che possono lavorare da casa – gli impiegati e i funzionari che lavorano in ufficio, non certo gli operai che devono far funzionare macchinari in fabbrica – i benefici sono evidenti: si risparmiano il tempo e il denaro spesi per andare e tornare dall’ufficio, avendo più tempo per sé ed i propri interessi, riducendo il traffico e l’inquinamento e le tensioni ad esso collegate, migliorando il clima e l’ambiente; anche le aziende risparmiano l’energia spesa per illuminazione e riscaldamento, ma ci sono solo benefici oppure ci sono anche svantaggi?

Le relazioni sociali vengono notevolmente compromesse: le riunioni fatte in teleconferenza sostituiscono, nel bene e nel male, i rapporti interpersonali diretti ed il loro aspetto anche fisico. Non posso più stringere la mano ad una collega o ad un collega, guardarli negli occhi, sentire il calore della loro presenza: come faccio ad abbracciare una immagine su un monitor?

Senza considerare che in una sala riunioni posso vedere contemporaneamente tutti i presenti e cosa fanno, basta che giri la testa, e quindi percepire anche il clima psicologico, l’atmosfera, gli umori dei partecipanti, mentre in una teleconferenza l’obiettivo si concentra prevalentemente su chi sta parlando, le visioni panoramiche sono pochissime, a scapito di quel senso di squadra e di appartenenza cosi importante per la vita e il progresso di una organizzazione. Quindi in futuro anche se verrà adottato lo smart working saranno necessari momenti di incontro  e di condivisione in azienda.

Lo stesso vale per lo smart teaching: la formazione per gli adulti, così importante per le aziende in una fase di trasformazione profonda del lavoro come l’attuale, in cui sono necessarie nuove competenze impensabili fino ad un passato recente, richiederà sempre più la formazione a distanza. I formatori e i loro allievi si stanno già preparando a questa evoluzione, facilitata dal fatto che i computer sono uno strumento di lavoro ampiamente diffuso, ma valgono le considerazioni fatte prima riguardo all’importanza del contatto diretto, del rapporto interpersonale vis a vis, della costruzione di un buon clima d’aula.

Un bravo formatore sa cogliere gli umori del suo pubblico ed adattare alle sue esigenze il copione inizialmente preparato, soprattutto quando si parla di competenze interpersonali quali la comunicazione efficace, la leadership, la collaborazione e il lavoro in gruppo. Se tutto questo viene a mancare, perché filtrato dalla tecnologia, la formazione rischia di ridursi a mero trasferimento di conoscenze e di nozioni, mentre la formazione vuol dire dare forma, la migliore possibile, ai comportamenti agiti sul posto di lavoro.

L’insegnamento a distanza nelle scuole

E cosa dire dell’insegnamento a distanza fatto per gli allievi delle scuole? Il confronto con gli altri, l’aiuto reciproco, l’apprendimento dai migliori, anche le liti e gli screzi sono parte importante dello sviluppo della socialità nei ragazzi; non basta riempirli di nozioni per assicurare lo svolgimento del programma e la conclusione dell’anno scolastico studiando da casa, sono indispensabili momenti di compresenza nello stesso luogo, di ascolto e confronto con l’insegnante e con i compagni.

Per questo ritengo che, mentre per il lavoro lo smart working possa avere un futuro positivo, per l’insegnamento scolastico sarà opportuno tornare alla tradizione, all’insegnamento frontale in aula, magari migliorato dall’esperienza fatta tramite l’uso della tecnologia, per insegnare ai ragazzi come fare una ricerca in modo autonomo e come costruire il proprio sapere non solo ascoltando il docente, ma indagando ed esplorando.

 

Bracciano, 2 aprile 2020

 

 

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