19 Aprile, 2024
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Prima e dopo il virus, parla il Cinema italiano: “Questo brutto film, non lo vogliamo rivedere”

di Marco Feole

“Ho voglia di stare all’aperto, di viaggiare al Nord e al Sud Italia, andare nella mia campagna, voglio quasi accarezzare l’Italia per essere stata violentata da questo terrore. Quando tutto sarà finito, speriamo presto, l’atto d’amore per il mio paese sarà viaggiare qui, magari scoprire posti che non conosco”.

Sono le parole di Carlo Verdone. Nostalgiche, provate e accorate. Esprime i pensieri di tutti noi, in giorni cosi complicati, assaliti da notizie terribili, spettatori stavolta di un film che non avremmo mai voluto vivere, soprattutto da cosi vicino, diventandone protagonisti.

L’attore e regista romano, parla attraverso la clip dell’iniziativa d’intrattenimento culturale, ideata da Mario Sesti e realizzata dalla Fondazione Cinema per Roma, dal titolo “Prima e dopo il virus: parla il Cinema italiano”. In video le testimonianze, i pensieri e le riflessioni di produttori, attori e autori del nostro Cinema. Dal 25 marzo scorso le clip sono disponibili e condivise sul sito www.romacinemafest.org e attraverso i canali social della Fondazione @romacityfest. Carlo Verdone ha aperto le danze, seguito poi da Liliana Cavani, Cristina Donadio, Daniele Luchetti oltre che Sara Serraiocco, Francesca Archibugi, Paola Cortellesi, Francesca Cima.

“Sono giorni particolari e ansiogeni. mi fanno riflettere molto su quello che di sbagliato il mondo ha fatto negli ultimi decenni – continua Verdone – rispetto al clima, alle violenze fatte alla Terra dagli incendi in Australia alla plastica gettata in mare: abbiamo fatto disastri su disastri”.

Il regista che proprio quest’anno ha visto il suo “Un sacco bello” compiere quarant’anni e che per causa dell’emergenza sanitaria ha visto slittare a data da destinarsi l’uscita della sua ultima opera in sala, prova a rilassarsi, ascoltando buona musica e del buon rock, consigliando anche una lettura classica. Per Verdone l’emergenza coronavirus “cambierà molto la collettività, avremo voglia- dice – di stare con le persone ma con cautela, forse diventeremo più disciplinati” Conclude con: “Quanto al Cinema, prevedo tanta voglia di leggerezza e grazia, noi autori riflettendo i desideri del pubblico ne sentiremo bisogno, scriveremo racconti divertenti, non avremo bisogno di film emotivamente catastrofici perché questo periodo è un brutto film e non lo vogliamo certo rivedere”.

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