28 Marzo, 2024
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Richiesta intervento urgente lago di Vico

Sono state pubblicate recentemente da un giornale online immagini inquietanti che documentano lo stato di abbandono del Centro nucleare batteriologico e chimico del lago di Vico.

Il CNBC è tristemente noto per essere stata la sede dove vennero fabbricate bombe all’iprite e al fosgene. Un centro militate, che il fascismo avrebbe voluto far divenire la città della chimica o Chemical City, come l’hanno definita i servizi segreti inglesi. Una eredità pesante. La gigantesca base occupa un’area di oltre 20 ettari con bunker che venivano utilizzati per gli esperimenti, magazzini sotterranei per lo stoccaggio delle testate a caricamento speciale, caserme, uffici e alloggi che avrebbero dovuto essere occupati da alcune centinaia di scienziati e tecnici civili.

Lo scoppio della Seconda guerra mondiale ha impedito il  completamento del  progetto originario, ma la capacità produttiva della “Chemical City” era comunque in grado di garantire diverse centinaia di tonnellate di armi letali per rifornire i reparti speciali dell’Esercito fascista. Il giornalista e scrittore Gianluca di Feo ha documentato il tutto nel suo libro “Veleni di Stato”.

Il CNBC del Lago di Vico è in stato di abbandono, con recinzioni inadeguate e senza nessun controllo, tanto che ha permesso ad alcuni di fotografare ciò che all’interno, purtroppo, è ancora è giacente nei magazzini e nel terreno.

Per la sua bonifica il coordinamento bonifica armi chimiche, si è impegnato a fondo ottenendo anche una audizione dalla commissione ambiente della Camera dei Deputati e l’impegno delle istituzioni. Come noto, gli interventi di bonifica furono evidenziati dalla indagine geofisica avviata nel sito, sede di un impianto per la produzione di ordigni a caricamento speciale, che aveva evidenziato la presenza di “masse anomale interrate” e numerosi campioni di terreno con concentrazione di arsenico superiore alla Soglia di Contaminazione. Ne è seguito lo stanziamento di fondi pubblici, la “bonifica” e  la caratterizzazione effettuata dall’ARPA con carotaggi sul terreno e in parte del lago.

Le dichiarazioni fatte alla stampa dal Prefetto di Viterbo, ci rassicurarono che ormai il Centro Chimico fosse stato realmente bonificato dal CeTLI NBC di Civitavecchia e quindi edifici e spazi da questo occupato si sarebbero potuti restituire alla collettività.

Abbiamo poi letto il piano di caratterizzazione dell’ARPA presentato nel 2018, e  abbiamo accolto le conclusioni, anche se con un po’ di scetticismo, sperando che le soluzioni fossero definitive.

Le ultime immagini pubblicate dalla stampa ci hanno però fatto riflettere e quindi necessariamente porre delle domande:    

Il nostro scetticismo di allora aveva fondamento? E’ possibile realmente la bonifica di questo sito, semplicemente asportando i pochi residui bellici rimasti, o si rende necessaria una bonifica veramente definitiva che preveda anche l’asportazione di tutto ciò che è nel profondo e il terreno stesso? 

Non vorremmo credere che le dichiarazioni allora date alla stampa siano state fatte esclusivamente per rassicurare la popolazione e che in realtà la bonifica vera e propria non sia stata fatta, nonostante l’ingente somma stanziata e riteniamo spesa, né che questa fosse stata veramente programmata.

La domanda è legittima anche perché non c’è stata ancora la consegna del centro militare al Comune, nonostante sia passato molto tempo.

Le immagini, lo ripetiamo, sono inquietanti e occorre un vostro chiarimento preciso sullo stato attuale di questo sciagurato sito.

Siamo pertanto a chiedere un incontro urgente per poter esporre verbalmente, con completezza le nostre proposte. In particolare chiediamo per garantire la salute dei cittadini l’abbandono  immediato della captazione dell’acqua del lago, il suo risanamento, l’effettiva bonifica del CNBC del lago di Vico, l’eliminazione di apporti inquinanti al lago, trasformando l’agricoltura chimica in agricoltura biologica. 

 

Tra poco si apre la stagione turistica e da troppo tempo perdura l’emergenza Lago di Vico dovuta a vari fattori Centro Nucleare Batteriologico Chimico, uso di fertilizzanti e diserbanti chimici nella monocoltura della nocciola. Tutto ciò sta accentuando la morte dell’ecosistema del lago, interessato da  pesticidi, dalla  crescita abnorme di alghe che rilasciano microcistine cancerogene, da cianobatteri, arsenico e metalli pesanti.

E’ molto tempo che chiediamo di imboccare  la strada del risanamento e del rilancio di un territorio che sta pagando un prezzo altissimo. E’ doveroso tutelare la salute dei cittadini che sembrano rassegnati  dal perdurare di questa situazione che si trascina da troppi anni.

Il  coordinamento bonifica armi chimiche tornerà a breve a chiedere con forza che vengano messi in sicurezza i siti militari dismessi e che si risolva definitivamente la pesante eredità lasciataci dagli arsenali chimici dell’industria bellica.

Un capitolo triste e troppo spesso rimosso della nostra storia. L’Italia ha bisogno di lasciarlo alle spalle.

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