26 Aprile, 2024
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L’amministrazione di Anguillara attacca la manifestazione del 5 Gennaio

Riceviamo e pubblichiamo

 

I CITTADINI DI ANGUILLARA MANIFESTERANNO PER L’ACQUA PUBBLICA AD ANGUILLARA SABAZIA CONTRO L’AMMINISTRAZIONE PENTASTELLATA: NON SANNO PERO’ CHE AD OGGI NULLA E’ STATO PASSATO AD ACEA ATO 2 E CHE SI TROVERANNO A BRACCETTO COL PD CHE È IL PARTITO CHE HA ORIGINATO E PERPETRATO IL PROBLEMA – LO SPIEGHIAMO QUI IN MANIERA COMPRENSIBILE A TUTTI.
La Regione LAZIO (a guida PD) approva la Legge Regionale 4 aprile 2014 n. 5 “Tutela, governo e gestione pubblica delle acque” nella quale all’art. 5 è specificato che “entro 6 mesi dalla data di entrata in vigore della legge stessa (non avvenuto) la Regione avrebbe individuato attraverso appositi decreti attuativi, gli ambiti di bacino idrografico, questo per superare la logica degli ATO (Ambiti Territoriali Ottimali) ossia passare da un accorpamento che non sia più di natura “territoriale” ma definito a seconda dei bacini idrici esistenti.
Le logiche sono definite bene nell’art. 5 (di cui il comma d) è parte fondamentale per comprendere gli avvenimenti) che recita:
Gli ambiti di bacino idrografico si organizzano sulla base di una convenzione di cooperazione tipo da emanarsi entro tre mesi dalla data di entrata in vigore della legge di cui al comma 1 e che contiene comunque i seguenti principi:
a) alle assemblee decisionali dell’ambito di bacino idrografico, per quanto attiene la determinazione e la revisione dei piani d’ambito, la determinazione e la revisione delle tariffe e l’esame a consuntivo della gestione del servizio idrico integrato, i delegati degli enti partecipano col vincolo di mandato delle assemblee elettive del proprio ente di appartenenza;
b) ogni determinazione delle assemblee decisionali dell’ambito di bacino idrografico, diversa da quelle di cui alla lettera a), è soggetta a ratifica da parte delle assemblee elettive dei singoli enti facenti parte dell’ambito di bacino idrografico;
c) in attuazione di quanto stabilito all’articolo 8, vengono individuate le forme e le modalità di partecipazione dei cittadini e dei lavoratori del servizio idrico integrato alla pianificazione, alla programmazione, alla gestione e al controllo della gestione del servizio idrico integrato;
d) fermi restando il diritto alla disponibilità e all’accesso individuale e collettivo all’acqua potabile, la salvaguardia della risorsa e la sua utilizzazione secondo criteri di solidarietà, pur nell’ambito di una gestione coordinata della risorsa a livello di bacino idrografico, resta in capo ad ogni singolo ente il diritto a provvedere direttamente alla gestione del servizio idrico integrato sul proprio territorio.
Il GOVERNO RENZI (PD) approva nel 2014 la Legge 164/2014 meglio conosciuta come “Sblocca Italia”, il primo TRADIMENTO del Referendum del 2011 sull’acqua pubblica da parte del PD che ne era stato uno dei promotori. La logica di Renzi è “PRIVATIZZARE” e cedere il servizio idrico integrato a 4 multinazionali su base geografica – da nord a sud A2A – IREN – HERA – ACEA
Questa legge all’art. 7 va a modificare il Decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152 che definisce le “Norme in materia ambientale” ed in particolare l’art. 147 che definisce “l’Organizzazione territoriale del servizio idrico integrato.”
Lo “Sblocca Italia”:
• modifica il comma 1 inserendo: Le regioni che non hanno individuato gli enti di governo dell’ambito provvedono, con delibera, entro il termine perentorio del 31 dicembre 2014. Decorso inutilmente tale termine si applica l’articolo 8 della legge 5 giugno 2003, n. 131. Gli enti locali ricadenti nel medesimo ambito ottimale partecipano obbligatoriamente all’ente di governo dell’ambito, individuato dalla competente regione per ciascun ambito territoriale ottimale, al quale è trasferito l’esercizio delle competenze ad essi spettanti in materia di gestione delle risorse idriche, ivi compresa la programmazione delle infrastrutture idriche.
• inserisce il nuovo comma 1-bis: “Qualora gli enti locali non aderiscano agli enti di governo dell’ambito individuati ai sensi del comma 1 entro il termine fissato dalle regioni e dalle province autonome e, comunque, non oltre sessanta giorni dalla delibera di individuazione, il Presidente della regione esercita, previa diffida all’ente locale ad adempiere entro ulteriori trenta giorni, i poteri sostitutivi, ponendo le relative spese a carico dell’ente inadempiente.”
A questo punto la Regione Lazio procede a modificare la Legge Regionale 4 aprile 2014 n. 5 per allinearsi alle volontà politiche del Governo e superare le difformità con l’Istituzione Nazionale senza battere ciglio!
Tale modifica avviene con la Legge Regionale 28 ottobre 2015 n. 13 che, fra le varie modifiche, va a CANCELLARE il comma d) dell’art. 5 ella Legge regionale 4 aprile 2014 n. 5 e precisamente:
“fermi restando il diritto alla disponibilità e all’accesso individuale e collettivo all’acqua potabile, la salvaguardia della risorsa e la sua utilizzazione secondo criteri di solidarietà, pur nell’ambito di una gestione coordinata della risorsa a livello di bacino idrografico, resta in capo ad ogni singolo ente il diritto a provvedere direttamente alla gestione del servizio idrico integrato sul proprio territorio.”
Di fatto quindi è dall’entrata in vigore di questa modifica nell’ottobre del 2015 che “ogni pretesa dei Comuni di continuare a gestire il servizio idrico integrato a livello territoriale è stato privato di qualsiasi base giuridica”.
Questa è sostanzialmente la risposta data dal TAR Lazio il 26/3/2018 (TAR Lazio sezione II bis n. 3384) ai Comuni che hanno fatto ricorso contro il passaggio obbligato ad ACEA. Significa che NESSUN comune da quel momento ha alcun appiglio di natura legale per opporsi al passaggio forzato in ACEA. I comuni NON POSSONO INVESTIRE NELLO SVILUPPO DELLA RETE IDRICA PER NON COMMETTERE DANNO ERARIALE. ECCO PERCHE’ NON SI ESEGUONO LAVORI PER NUOVE CONDOTTE MA SOLO RIPARAZIONI IN EMERGENZA.
Ecco perché fino ad oggi le diffide che pervenivano dalla Regione e addirittura da ACEA venivano tranquillamente rispedite al mittente dalle passate amministrazioni.
L’amministrazione attuale ha risposto picche alla diffida pervenuta il 24/4/2018 (“AVVIO PROCEDURE SOSTITUTIVE PREVISTE DAL DLGS 152/2006”) ma di fronte alla comunicazione della Regione Lazio del 13/11/2018 che non era più una diffida ma “ESERCIZIO DEI POTERI SOSTITUTIVI PREVISTI DAL DLGS 152/2006” SE ENTRO IL 3 DICEMBRE 2018 NON FOSSE STATO FORMALIZZATO UN ATTO DELIBERATIVO CHE IMPEGNASSE IL COMUNE DI ANGUILLARA A TRASFERIRE LA GESTIONE DELL’INTERO SERVIZIO IDRICO INTEGRATO AD ACEA ATO 2 S.p.A.
Fantasiosi giochi circensi inventati da consiglieri comunali locali e da quello regionale hanno fatto credere ai cittadini che le parole dette in una commissione di cui ancora oggi attendiamo un verbale ufficiale al protocollo dell’ente comunale, potessero fermare quanto stabilito da una Legge Nazionale e da una Legge Regionale dopo 7 mesi dall’avvio delle procedure sostitutive del 24/4/2018, tutte azioni perpetrate proprio dal PD negli ultimi 4 anni NELLA DIREZIONE OPPOSTA AL REFERENDUM 2011.
In realtà è proprio l’amministrazione 5 stelle di Anguillara a trovare la soluzione per prendere tempo, ossia deliberare in consiglio comunale così da poter consegnare alla Regione l’atto richiesto con le stesse parole proferite dall’assessore PD Alessandri nella diffida:
“impegnare l’Amministrazione Comunale per l’adesione del Comune di Anguillara Sabazia alla gestione unitaria del servizio idrico integrato alla Acea A.T.O. 2 spa”
ma anche di:
“demandare ad apposita delibera di Giunta comunale per tutti gli atti tecnico-amministrativi necessari per la ricognizione della rete al fine di addivenire all’eventuale trasferimento della gestione”.
In primis quindi ad oggi IL SERVIZIO IDRICO DI ANGUILLARA NON È PASSATO AD ACEA.
Abbiamo preso tempo dando mandato alla Giunta comunale di procedere con altro atto deliberativo che ANCORA NON È STATO DELIBERATO proprio per PRENDERE TEMPO, così come richiesto da tutti ma rientrando nelle richieste della Regione Lazio che il 27/11/2018 ad un incontro con l’assessore Alessandri ci aveva NEGATO QUALSIASI PROROGA.
L’unico modo per recuperare è modificare la Legge Nazionale ed è per questo motivo che, appena insediatosi l’attuale Governo, il 9 luglio 2018 l’amministrazione 5 stelle di Anguillara Sabazia ha scritto una lettera al Presidente del Consiglio ed al Vice Premier Di Maio chiedendogli di procedere con estrema urgenza a portare in aula la proposta di legge Daga sull’acqua.
Incredibile vedere i rappresentanti del PD, andare in giro oggi ad accusare altre amministrazioni senza alcun pudore tacciandole di non lavorare per dare corso ai voleri del referendum del 2011 quando per 4 anni è proprio il PD sia a livello Nazionale che Regionale ad aver generato leggi o modifiche di legge che hanno portato a questo risultato.
Ai cittadini di Anguillara Sabazia diciamo che il nostro Programma Elettorale NON è cambiato.

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