Riceviamo e pubblichiamo
Leggiamo su alcune testate locali del 7 dicembre un articolo che attacca la scuola “Corrado Melone” e la sua attività didattica, in particolare l’insegnamento della storia.
Chi ci accusa intende forse dire che le razze esistono? Che gli Italiani appartengono alla razza ariana e non devono mischiarsi con altre razze, come afferma appunto il Manifesto della razza? Che non bisogna aver paura di dichiararsi razzisti, sempre in linea con lo stesso manifesto?
Lo dica chiaramente, piuttosto di attaccare in modo fumoso. Abbia il coraggio delle sue affermazioni e di dichiararsi apertamente razzista.
Ci vengono rivolte varie accuse generiche e prive di fondamento, ci vengono forniti suggerimenti molto vaghi su temi che dovremmo affrontare, con giustificazioni che ci appaiono pretestuose.
Ci sembra infatti molto strano che l’estensore dell’articolo non sappia che la scuola è governata da un organo politico, il Consiglio di Istituto, eletto democraticamente dai genitori, dai docenti e dal personale non docente, e non è governata dalla dittatura del Dirigente o del corpo docente.
Le accuse infondate che ci vengono rivolte ci appaiono, dunque, destinate a destabilizzare la comunità locale tentando di screditare il nostro operato, piuttosto che la scuola, la quale è aperta al dialogo e alla collaborazione costante con tutte le formazioni culturali, sociali, politiche e religiose del territorio locale, nazionale e internazionale, come dimostrano i numerosissimi incontri e le conferenze svolte nel corso degli anni e che, tra l’altro, ora sono fruibili da chiunque, grazie alla possibilità offerta dalle dirette Facebook.
Per questo ci teniamo a rispondere alla popolazione di Ladispoli, più che all’autore di questo improvviso e immotivato attacco.
Riceviamo apprezzamento e fiducia dalla popolazione di Ladispoli che iscrive i propri figli alla “Corrado Melone” e ci dedichiamo ogni giorno con passione a numerose attività per la crescita e lo sviluppo delle nostre alunne e dei nostri alunni.
Il nostro punto di riferimento fondamentale è la Costituzione della Repubblica e il nostro dovere è quello di agire all’interno del mandato istituzionale disciplinato dalla legge.
Proprio nella Costituzione è delineata un’idea molto significativa, aperta e democratica di scuola, soprattutto negli articoli 3, 33 e 34; tra questi, in particolare, è garantito il principio della libertà di insegnamento. “L’arte e la scienza sono libere e libero ne è l’insegnamento” significa che la libertà della cultura, che è di tutti, si estende a coloro cui è assegnato il compito sociale di trasmetterla.
L’autonomia scolastica non ci autorizza a fare quello che ci pare, ma ad individuare le strategie didattiche più opportune a garantire il successo formativo di ciascuna alunna e ciascun alunno, in linea con le finalità proprie della scuola secondaria di primo grado.
Il nostro testo di riferimento, come scuola del primo ciclo, è costituito dalle “Indicazioni nazionali” del 2012 (DM 254/12). In esse troviamo parole chiare, dedicate ai concetti di “nuova cittadinanza” e “nuovo umanesimo” posti in relazione ai cambiamenti e alla discontinuità che caratterizzano il mondo contemporaneo in cui viviamo. Il testo evidenzia in più parti la necessità che le nostre alunne e i nostri alunni imparino fin da giovanissimi a relazionarsi e a dialogare con questa complessità, caratterizzata soprattutto dalla diversità. Coerentemente con questa linea nazionale, la nostra scuola ha recentemente partecipato, riportando un grande successo, al Seminario Nazionale su “Cittadinanza e Costituzione” presso l’Auditorium di Santa Apollonia a Firenze. All’interno del workshop “La Cittadinanza e le Diversità”, è stato presentato il lavoro “Il Manifesto degli Studenti Antirazzisti del 2018” elaborato dalle nostre alunne e dai nostri alunni attraverso lezioni di scienze e di storia.
Care mamme e cari papà, care nonne e cari nonni, che ogni giorno ci affidate le persone a voi più care, siate certi che è nostro desiderio e impegno quotidiano rispettare i ritmi di crescita e di sviluppo delle vostre figlie e dei vostri figli, delle vostre nipoti e dei vostri nipoti, proponendo loro un percorso formativo rispettoso delle peculiarità di ciascuno e finalizzato al benessere individuale e collettivo, per lo sviluppo di una società pacifica, solidale, accogliente, rispettosa del valore della vita e dei diritti fondamentali dell’essere umano.
In questo percorso impegnativo appare sempre più urgente la necessità di fornire, agli alunni che abbiamo in carico, i primi strumenti per una lettura critica della realtà, delle informazioni e delle notizie che, soprattutto nei media e nei social, troppo spesso risultano capziose.
Proprio per questo, riteniamo con convinzione che la scuola possa essere ancora il luogo deputato alla formazione degli uomini e delle donne del domani pronti all’ascolto, al confronto e al dialogo, al rispetto verso l’altro, al dubbio che porta alla ricerca della verità.
Il Collegio dei docenti dell’Istituto Comprensivo “Corrado Melone” di Ladispoli
Seguono firme di docenti personale ata e dell’intero Consiglio di Istituto che si è associato a questo documento
Addario Liliana | |
Aiello Azzurra | |
Aiello Mariangela | |
Amici Simona | |
Ancona Camilla | |
Assalone Marilena | |
Aurigemma Donata | |
Barboni Rita | |
Barboni Vera | |
Bellatreccia Giuseppina | |
Bianchi Elisabetta | |
Bonaventura Paola | |
Boscheri Monica | |
Caligiuri Giovanna | |
Calimero Alessandro | |
Canestrari Laura | |
Capozucca Fabrizio | |
Carboni Laura | |
Carlevaro Alessandro | |
Cavallaro Antonia | |
Cerrini Giampiero | |
Chelini Patrizia | |
Ciarciello Lucia Grazia | |
Ciciani Lorena | |
Ciofi Iannitelli Renato | |
Conte Luana | |
Conti Vincenza | |
Corvini Laura | |
Costantino Loredana | |
Cotza Albina Bianca Maria | |
Cozzi Sergio | |
D’Aurea Jessica | |
Martello Lina | |
De Biasio Anna Maria | |
De Luca Marinella | |
De Luca Rosanna | |
De Santis Laura | |
Del Vecchio Maria Cristina | |
D’Ettore Maria | |
Di Girolamo Carmelina | |
Di Lorenzi Valentina | |
Di Martino Alessandra | |
Diana Moira | |
Elia Rosellina | |
Esercizio Mariarosaria | |
Falanga Cinzia | |
Falanga Claudia | |
Falzetti Fiammetta | |
Fanigliuolo Filomena | |
Ferraioli Pietro | |
Fini Monica | |
Fiorentini Roberta | |
Folisi Carla | |
Francani Roberta | |
Gangi Marzia | |
Garbetta Livia | |
Gianferro Marika | |
Giuliodori Cinzia | |
Iannotta Maria Pia | |
Iavazzo Enza Alberta | |
Iazzetta Clementina | |
Incalcaterra Delizia Annamaria | |
Incoronato Luisa | |
Fusco Antonella | |
Liberati Arianna | |
Loreti Silvia | |
Polo Giuseppina | |
Madonna Raffaella | |
Maggi Lorella | |
Maiuolo Francesco | |
Malaisi Patrizia | |
Malerba Massimo | |
Marcon Sonia | |
Marozza Alessandra | |
Masci Barbara | |
Mastroianni Maria Annunziata | |
Matricardi Marta | |
Mayol Iole | |
Milani Rosanna | |
Morra Elena | |
Muscolino Michele | |
Musio Anna Assunta | |
Muzi Giancarlo | |
Nappi Luisa | |
Navarro Lidia | |
Nirchi Emanuela | |
Nobile Antonello | |
Olivieri Donatella | |
Palermo Maria Concetta | |
Palmisano Clara | |
Palumbo Lisa | |
Pascucci Stefania | |
Pergolizzi Letteria Salvina | |
Pellegrino Maria Teresa | |
Petrighi Polidori Laura | |
Piccirilli Daniela | |
Picone Giuseppa | |
Pietrangeli Monica | |
Pilotti Maria Rosaria | |
Prochilo Rosella | |
Proto Maria Elena | |
Radicchi Elisabetta | |
Rampini Bruna | |
Repole Carolina | |
Riccio Emilia | |
Gentile Alessandra | |
Rodolico Francesca Romana | |
Romano Valentino | |
Roversi Simona | |
Ruggiero Pina | |
Russo Antonella | |
Russo Maria Stella | |
Salzano Stefano | |
Sambucini Emil | |
Sarto Claudia | |
Scarcelli Sonia | |
Sciscio Antonietta | |
Siotto Rita Serenella | |
Sorbo Antonio | |
Spaccapietra Marialuigia | |
Specchi Roberta | |
Spena Paola | |
Spissu Salvatorica | |
Stagno Luisa | |
Staltari Raffaella | |
Telesca Lucia | |
Travagliati Augusto | |
Uras Giovanna | |
Verbo Micaela | |
Vergati Cristina | |
Vigorita Filomena | |
Zanoli Patrizia |
Caro Riccardo,
desidero ringraziare tutti colleghi per le parole di solidarietà che mi hanno espresso per l’attacco che la scuola ha ricevuto a causa del lavoro svolto dai miei studenti contro il manifesto della razza. In realtà non sono minimamente turbato, anzi questo attacco rappresenta la cartina al tornasole che ci impone di continuare sulla nostra strada, non solo perché giusta ma perché oggi ce n’è ancor più bisogno.
È doveroso invece esprimere la solidarietà ai miei studenti; anzitutto a Tommaso Bozzelli, che ha scritto l’articolo sull’incontro che ha causato la reazione scomposta apparsa sui quotidiani locali, ed ai ragazzi che hanno lavorato al “Manifesto degli studenti antirazzisti” che, mio malgrado, si trovano coinvolti in questo polverone mediatico. La mia solidarietà è estesa, ovviamente, anche alle loro famiglie cui porgo le mie scuse se involontariamente non ho fatto qualcosa che potesse evitare loro questa situazione.
Riguardo all’articolo dell’avv. Rossetti solo alcune precisazioni: con i ragazzi abbiamo affrontato il manifesto della razza dal punto di vista scientifico, non storico. Trovare gli errori, come ci insegna il principio di falsificabilità dell’epistemologia di Karl Popper, è il modo migliore per confutare teorie scientifiche sbagliate.
Inoltre mi dispiace constatare che l’avv. Rossetti non conosca la nostra scuola dove non abbiamo alcuna difficoltà a parlare degli eccidi compiuti nei lager come di quelli compiuti nelle foibe. Ai docenti la storia non fa paura, soprattutto se ci permette di insegnare qualcosa ai nostri ragazzi.
Ho sempre pensato che la scuola fosse l’estremo baluardo per difendere i diritti e la democrazia, basta pensare alle parole di uno dei Padri Costituenti, Pietro Calamandrei, in difesa dell’autonomia dell’insegnamento e della scuola pubblica, ma se a 70 anni ne stiamo ancora parlando forse questo baluardo si sta trasformando in una trincea. Uso le parole di Calamandrei perché essendo membro dell’Assemblea Costituente abbiamo la certezza che le sue parole incarnino ed interpretino la volontà della nostra Costituzione.
Massimo Malerba
Le parole che seguono sono tratto dal discorso pronunciato da Piero Calamandrei al III Congresso dell’Associazione a difesa della scuola nazionale (ADSN), Roma 11 febbraio 1950
“La scuola di Stato deve essere una garanzia, perché non si scivoli in quello che sarebbe la fine della scuola e forse la fine della democrazia e della libertà, cioè nella scuola di partito. Come si fa a istituire in un paese la scuola di partito? Si può fare in due modi. Uno è quello del totalitarismo aperto, confessato. Lo abbiamo esperimentato, ahimè. Credo che tutti qui ve ne ricordiate, quantunque molta gente non se ne ricordi più. Lo abbiamo sperimentato sotto il fascismo. Tutte le scuole diventano scuole di Stato […] ma lo Stato diventa un partito e quindi tutte le scuole sono scuole di Stato, ma per questo sono anche scuole di partito. Ma c’è un’altra forma per arrivare a trasformare la scuola di Stato in scuola di partito. Il totalitarismo subdolo, indiretto, torpido, come certe polmoniti torpide che vengono senza febbre, ma che sono pericolosissime. Facciamo l’ipotesi, così astrattamente, che ci sia un partito al potere, il quale però formalmente vuole rispettare la Costituzione, non la vuole violare in sostanza. Non vuol fare la marcia su Roma e trasformare l’aula in alloggiamento per i manipoli; ma vuol istituire, senza parere, una larvata dittatura. Allora, che cosa fare per impadronirsi delle scuole e per trasformare le scuole di Stato in scuole di partito? Si accorge che le scuole di Stato hanno il difetto di essere imparziali. C’è una certa resistenza; in quelle scuole c’è sempre, perfino sotto il fascismo c’è stata. Allora segue un’altra strada (è tutta un’ipotesi teorica, intendiamoci).
Comincia a trascurare le scuole pubbliche, a screditarle, ad impoverirle. Lascia che si anemizzino e comincia a favorire le scuole private.” […]