20 Aprile, 2024
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CERVETERI, DALL’ 8 DICEMBRE IN SALA RUSPOLI IL CINEMA DI PIER PAOLO PASOLINI​

di Marco Feole

Sabato 8 dicembre nei locali della Sala Ruspoli in Piazza Santa Maria a Cerveteri partirà una bellissima iniziativa, e una rassegna cinematografica dedicata al poeta, regista e scrittore Pier Paolo Pasolini. Un omaggio di ben 9 appuntamenti, ad uno dei più grandi artisti e intellettuali del XX secolo. La rassegna sarà interamente curata dal Professor Michele Castiello.

Nove appuntamenti come detto, che seguiranno per sabato 15 dicembre con “Mamma Roma”, il 22 con “Il Vangelo secondo Matteo” e il 29 con “Comizi d’amore”. Poi il nuovo anno si aprirà con “Teorema”, venerdì 4 gennaio. Si proseguirà il 12 gennaio con “Uccellacci e uccellini”, e il 19 con “Porcile”. A febbraio invece sarà il turno dei cortometraggi lirico-favolistici. Il 2 febbraio con la proiezione di “La Ricotta”, “La terra vista dalla luna” e “Che cosa sono le nuvole?”. Chiuderà il docufilm “Un intellettuale in borgata” sabato 9 febbraio, quando interverrà anche il regista Enzo De Camillis.

“Una rassegna curata nei dettagli, con la precisa volontà di far conoscere capolavori del cinema italiano che hanno segnato un’epoca. Magari poco trasmessi, se non addirittura dimenticati dalle TV, ma che ancora oggi offrono spunti di riflessione. È con orgoglio che presentiamo all’interno del ricco programma degli eventi natalizi di Cerveteri, il ciclo di proiezioni dal titolo ‘Il Cinema di Pier Paolo Pasolini’. Così Federica Battafarano, Assessora alle Politiche Culturali del Comune di Cerveteri.

Le proiezioni, tutte ad ingresso gratuito, avranno inizio alle ore 16.30.

Noi oggi, sulle nostre pagine, vogliamo introdurvi a modo nostro a questo evento, presentando il film che aprirà la rassegna, come detto appunto sabato 8 dicembre. E che secondo il sottoscritto, resta ancora oggi uno dei film più belli e significativi della storia del Cinema italiano e non solo.

Presentiamolo bene. Tutti in piedi per favore. Si parla di “Accattone di Pier Paolo Pasolini.

ACCATTONE del 1961


Scritto e diretto da Pier Paolo Pasolini nel 1961, fu la sua opera d’esordio alla regia. Una trasposizione in arte cinematografica dei suoi precedenti lavori letterari.

Accattone” è il soprannome di Vittorio Cataldi, interpretato magistralmente da Franco Citti, un sottoproletario romano che “sopravvive” giorno per giorno. Si fa mantenere da Maddalena, una prostituta tolta a un “pappone” napoletano finito in carcere. Accattone eviterà la vendetta degli amici del carcerato, incolpando Maddalena non prima di averla abbandonata. L’uomo rimasto ormai senza soldi, conosce la fame, e un giorno incontra Stella, una ragazza che cercherà di far prostituire ma intanto se ne innamorerà. Sarà l’amore per lei a spingere Vittorio (Accattone) a cercare un lavoro e guadagnarsi da vivere onestamente. Ma tutto questo durerà poco e in seguito ad un piccolo furto, nel fuggire in motocicletta dalla polizia, avrà inizio un momento cruciale del film che ovviamente non staremo qui a spiegare, lasciando l’interpretazione e le sensazioni a chi ancora non conosce questa autentica pietra miliare del nostro Cinema.

Il film fu prodotto da Alfredo Bini, subentrato all’idea iniziale che vedeva Federico Fellini tra i promotori del progetto. Ma il regista italiano si tirò indietro all’ultimo, preoccupato dall’imperizia di Pasolini con le tecnicità della cinepresa, a cui si avvicinava per la prima volta. Le riprese del film furono effettuate tra l’aprile e il luglio del 1961, spostandosi per le riprese degli esterni tra via Casilina, via Portuense, via Appia Antica, via Tiburtina, via Baccina, Ponte Sant’Angelo, Acqua Santa, via Manuzio, Ponte Testaccio, il Pigneto, borgata Gordiani, Centocelle, la Marranella e Subiaco (il cimitero). L’aiuto regista era un giovanissimo Bernardo Bertolucci, ricordato e purtroppo recentemente scomparso.

La scelta di utilizzare attori non professionisti per gran parte, sarà oltre che il segno distintivo di Pasolini nel corso della sua carriera, anche qualcosa che secondo lui esprimeva la non “rappresentabilità” da nessun altro che da essi stessi in quanto soggetti incontaminati e puri.

Presentato alla 26ima Mostra internazionale d’arte cinematografica di Venezia il 31 agosto 1961, il film ricevette dure contestazioni. Arrivando ad essere contestato duramente da un gruppo di giovani neofascisti alla prima del film al Cinema Barberini a Roma. Furono lanciati bottiglie d’inchiostro contro lo schermo, e tra colluttazioni varie la visione del film fu ritardata per quasi un’ora.

Il film è una metafora di quella parte di Italia costituita dal sottoproletariato che vive nelle periferie delle grandi città senza alcuna speranza per un miglioramento della propria condizione. La rappresentazione di Pasolini nel corso del film abbandona il territorio realistico e assume tratti di un’allegoria e di una metafora della condizione umana. Un affresco dai toni epici e dall’epilogo tragico.

L’esordio alla regia di un poeta, l’ultimo grande intellettuale italiano. Che con Accattone lascia a noi una delle opere più rappresentative degli anni 60 e solo uno dei suoi immensi capolavori.

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