24 Aprile, 2024
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AL TEATRO FIORANI DI CANALE MONTERANO VA IN SCENA IL DUBBIO

Un altro successo per il Teatro Fiorani di Canale Monterano, un’altra serata all’insegna della cultura e della riflessione per il nostro territorio.

Sabato 17 e domenica 18 le persone che hanno deciso di dedicare la propria serata al teatro sono rimaste più che soddisfatte dalla messa in scena del dramma Il Dubbio, scritto da John Patrick Shanley e qui diretto dall’eccezionale Marina Garroni.

Il testo di Shanley ha vinto il Premio Pulitzer nel 2005 ed è stato portato sul grande schermo dall’immensa Meryl Streep e dal compianto Philip Seymour Hoffman.

Ma di cosa parliamo?

Parliamo di un’opera delicata e crudele, di una storia fondata, forse, sul nulla se non sul duello morale e verbale tra padre Flynn e sorella Aloysius. Parliamo degli Stati Uniti del 1964, una nazione che, in seguito all’omicidio di Kennedy, aveva perso la purezza che credeva di possedere, ma che in realtà non le è mai appartenuta. Parliamo di un’epoca così lontana e così attuale. Parliamo di un ragazzo di colore (unico in un collegio di bianchi) sulla cui pelle si combatte un dilemma, scatenato dal dubbio, su cosa sia meglio per lui; la solitudine, il bullismo oppure la protezione dell’amichevole e moderno padre Flynn?

Nei panni combattuti, forse puri o forse luridi di padre Flynn abbiamo ammirato un intenso Gianpiero Nardelli, abilissimo nel cercare di attrarci dalla sua parte, di farci assumere il suo punto di vista, con belle parole e buone intenzioni. Salvo poi urlare pieno di rabbia contro una povera, innocente cornacchia colpevole soltanto di echeggiare, forse, la voce della sua coscienza.

Nel ruolo dell’inflessibile sorella Aloysius siamo stati affascinati e ammaliati dall’incredibile presenza scenica di Marina Garroni. La suora si preoccupa più dell’ordine e della disciplina, mettendo in secondo piano l’emotività dei suoi alunni e soprattutto della giovane e inizialmente entusiasta sorella James (una bravissima Roberta Tondinelli). Salvo poi prendersi a cuore la sorte dell’unico ragazzo di colore della sua scuola, forse insidiato da padre Flynn. La linea di confine tra certezza e dubbio sembra non esistere nella mente di sorella Aloysius, mentre per noi permane dall’inizio alla fine. E oltre. Ciò dipende anche dal fatto che non è così ben delineata neanche la linea di confine tra l’antipatia evidente che sorella Aloysius nutre nei confronti del troppo moderno padre Flynn e la reale volontà di aiutare un ragazzo forse vittima di abusi.

L’incontro con la madre dell’alunno (un’intensa Claudia Ganzitti) non solo non dissipa il dubbio, ma lo amplifica. Dov’è la verità? Chi la cerca veramente? A chi sta a cuore il bene del ragazzo? Forse a nessuno.

Il dubbio scende come un corvo su tutti i personaggi in scena e su tutti gli spettatori in sala, lasciando un indefinito senso di colpa su ognuno e la sensazione prepotente che nessuno ha agito in nome del Bene.

Monia Guredda

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