19 Aprile, 2024
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Appello degli artisti per la Ex Lavanderia e il Santa Maria della Pietà come luogo di cultura, socialità e partecipazione

Da 15 anni, nella Ex Lavanderia del Santa Maria della Pietà sono ospitati associazione e artisti che con incontri, prove, laboratori o spettacoli crescono la loro urgenza espressiva, nel confronto con il pubblico e con lo spazio che si abita. Uno spazio di “manicomio liberato”, con storie di donne ed uomini, con il vissuto dei “matti”, degli infermieri e dei medici. Per questo il Santa Maria della Pietà è un luogo unico, perché per gli artisti come per il pubblico la moltiplicazione di senso, di dolore e di desiderio di inventare nuovi mondi non prescinde mai dagli eventi che si propongono. Tutto torna a galla ad ogni incontro di arte contemporanea, di poesia, di musica, di danza o di teatro. Tornano i racconti dei primi cancelli aperti, delle feste da ballo, del teatro terapeutico, il padiglione dei pittori, i murales, i cortei creativi.
Le storie raccontate nei libri, nei film, in teatro.
Una storia potente. Un luogo che rimanda memoria e senso.
Per 20 anni abbiamo partecipato alla reiterazione del ricordo e ai temi nuovi che scaturivano dal magma simbolico di un luogo così. La cultura è stata, è, nel S. Maria della Pietà dove ogni edificio, ogni mattone trasuda storie antiche e nuove ipotesi.
Per 20 anni qualcuno ha immaginato che si potesse “entrare fuori e uscire dentro”.
Le donne e gli uomini liberati dall’istituzione totale nella città che li aveva reietti.
La città dentro, con i bisogni, le idee, la follia sana della creatività e dell’immaginazione.
E abbiamo vissuto, con l’arte, lo spettacolo, la musica quel progetto, fin da quando ancora molti pazienti erano nei padiglioni, e poi, nelle esperienze promosse dall’associazionismo.
Molti di noi hanno sostenuto la Proposta di Legge di Iniziativa Popolare “si può fare”, per fare del S. Maria della Pietà un luogo di cultura, socialità, partecipazione.
Un Polo culturale al S. Maria della Pietà.
Oggi sosteniamo che l’ex Manicomio di Roma non debba  essere trasformato in un nuovo concentrato di malattia e dolore, di disagio e medicalizzazione. Perché i luoghi hanno un senso e, il Manicomio doveva e deve diventare l’opposto di se stesso. Non certo un nuovo ospedale.
Ma questo, purtroppo, sembrerebbe il destino segnato dalle scelte istituzionali che si stanno facendo, buttando a mare 20 anni di progettazioni, proposte, esperienze di partecipazione.
La Regione Lazio e la ASL Roma1, con il loro piano di città sanitaria, stanno ignorando la storia e i bisogni della città. Senza alcun senso, accatastano alla rinfusa servizi sanitari ed ospedalieri in un’area della città già sovraccarica di sanità ed assolutamente priva di spazi culturali.

Ci schieriamo a difesa di chi ha difeso e preservato un avamposto di cultura libera e pubblica al Padiglione 31.

Difendere la Ex Lavanderia significa difendere le centinaia di compagnie, artisti, musicisti che hanno trovato un luogo per esprimersi e creare e le migliaia di cittadini che hanno potuto ascoltare, sentire, pensare grazie ad essi. Per Alda Merini e per Mario Schifano, ma anche per i giovani artisti contemporanei che hanno condiviso un pezzo del loro percorso artistico con il pubblico della Ex Lavanderia noi ci schieriamo.
Ma è l’intero S. Maria che può e deve rappresentare un esperimento inedito di progettazione dal basso.
La città della cultura e della partecipazione. Questo è il piano che vogliamo.

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