29 Marzo, 2024
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Ladispoli. All’Istituto alberghiero i giovani imprenditori crescono

B.I.C. come Business Innovation Center. “Startupper” come imprenditore (o aspirante tale) che si trova nella fase di avvio della  sua attività. B.I.C.+ Startupper + mondo della formazione = “Startupper tra i banchi di scuola”. E’ il nome del Progetto coordinato dalla B.I.C. Lazio, che ha come obiettivo la promozione delle capacità imprenditoriali fra gli studenti degli Istituti di Istruzione Secondaria Superiore del Lazio. “Il Programma – spiegano al B.I.C. – è articolato in interventi incentrati sui temi dell’orientamento imprenditoriale, dell’autovalutazione delle proprie capacità e della redazione di un Business Model. Sono tra loro integrabili ed in linea con l’obiettivo di rimuovere le barriere psicologiche e culturali che frenano l’accesso dei giovani all’imprenditorialità, stimolandone nel contempo la curiosità e la creatività”.

Anche l’Istituto Superiore “Giuseppe Di Vittorio” di Ladispoli ha aderito all’iniziativa, coinvolgendo tra Febbraio e Marzo, diverse classi degli Indirizzi Alberghiero, Commerciale e Geometri. B.I.C. Lazio è stato istituito dalla Legge Regionale 35/90 e conta 7 “incubatori d’impresa” e 2 C.P.I. (Centri di Promozione dell’Imprenditorialità) dislocati su tutto il territorio. Diversi i Moduli sui quali si sono concentrate le lezioni al “Di Vittorio”: “Get ready” (finalizzato ad individuare le attitudini imprenditoriali degli studenti), “Innovazione e business idea”, “Up &Go”.

Durante il primo incontro, gli allievi sono stati chiamati a ragionare sulle skills che dovrebbe possedere (o sviluppare) un buon imprenditore, per avere successo. Creatività, fiducia in se stessi, propensione al cambiamento, passione, flessibilità, capacità di analisi delle situazioni, intuizione, dinamismo: tutto questo (e altro) deve entrare nel bagaglio dell’aspirante businessman, cui non potrà mancare una particolare attenzione all’economia locale e ai processi di sviluppo del contesto in cui opera. Non si tratta, infatti, di tarpare le ali ai futuri “cittadini del mondo”, ma di riscoprire le specificità dei territori e dei loro tessuti produttivi, imparando a considerarli non come limiti, ma come risorse preziose da valorizzare e promuovere. Basti pensare all’immenso patrimonio artistico e culturale del Lazio o al settore delle produzioni tipiche, nel campo dell’agroalimentare e dell’artigianato. Legare la cultura d’impresa all’innovazione, per favorire la crescita economica e sociale del territorio: questo il senso profondo di un’ “imprenditorialità giovane”,  che deve nascere appunto tra i banchi di scuola, soprattutto se si parla di Istituti Superiori ad indirizzo Tecnico Commerciale o Professionale Alberghiero. Ma per iniziare ci vuole un’idea e per stimolare la generazione di nuove idee, B.I.C. Lazio ha insegnato agli studenti a lavorare in team e a mettersi alla prova, verificando attraverso un’attenta analisi e autoanalisi i punti di forza e le varie criticità che si presentano nel progettare. Il rischio più frequente è quello di scambiare per “idea imprenditoriale” il vecchio “sogno nel cassetto” e allora bisogna cominciare a porsi domande meno poetiche e più tecniche. A chi mi rivolgo? La mia idea nasce da un bisogno diffuso? Come realizzarla? Come organizzarsi? Quali competenze gestionali utilizzare? Alla fine, arriva il momento di mettersi in gioco. Trovata l’idea, elaborato un Business Model, è necessario sperimentarne, dopo la fattibilità, lo sviluppo. Se si può farlo simulando, ossia “giocando” (ma seriamente), meglio ancora. Il Modulo “Up & Go” è consistito proprio in questo: attraverso l’ormai noto “Canvas Game” (http://www.laziocanvasgame.com/), gli allievi sono stati invitati a “realizzare” la loro idea d’impresa.

E sempre nell’ambito delle iniziative di formazione B.I.C. gli studenti dell’Istituto Alberghiero di Ladispoli parteciperanno alla “Startup Scholl Jam”: una due giorni di full immersion presso i locali del B.I.C. di Roma Casilina durante la quale, lavorando in team sotto la guida di un tutor, gli allievi saranno coinvolti in attività finalizzate allo sviluppo di idee imprenditoriali, fino alla realizzazione di un business model. “E’ il modo migliore per favorire un’osmosi efficace tra la formazione scolastica e l’educazione imprenditoriale, promuovendo anche l’abitudine ad una sana competitività” – ha commentato il prof. Renato D’Aloia, Docente dell’Istituto Alberghiero e coordinatore del progetto.

Al termine della seconda giornata, infatti, ogni team dovrà presentare il proprio business model, avendo a disposizione un massimo di tre minuti: “poco tempo, per avere, in futuro, molto tempo”: – ha spiegato Eleonora De Risi, del B.I.C. di Civitavecchia, durante una delle sue lezioni agli allievi  del “Di Vittorio”– è quello che la letteratura specialistica definisce in gergo “elevator pitch”, il “discorso dell’ascensore”, vale a dire ciò che un imprenditore direbbe ad un investitore se si trovasse per caso con lui per pochi minuti in un ascensore, al fine di descrivere chiaramente ed efficacemente se stesso e la propria attività.

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