20 Aprile, 2024
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XV Municipio. Una lotta ai rifiuti: intervista al Consigliere uscente, Giuliano Pandolfi

Come ogni altra zona di Roma anche il XV municipio si trova a soffrire e alle prese con il dilemma dei rifiuti abbandonati lungo le vie delle strade un po’ per l’indecenza della gente, ma anche per i servizi poco sicuri offerti dall’ “Ama”. In questo caso ci siamo voluti rivolgere con qualche domanda al Consigliere uscente del XV municipio di Cesano Giuliano Pandolfi.

Da quando si è passati dai secchioni all’indifferenziata l’emergenza rifiuti sembra essere aumentata anziché diminuita, il servizio altalenante dell’ “Ama” non offre infatti la possibilità di poter smaltire i rifiuti in una sola volta, anzi questi restano a terra creando situazioni poco gradevoli, non pensa che Roma sia passata troppo velocemente alla differenziata senza avere tutte le strutture e i mezzi necessari?

“Il tema dei rifiuti nella nostra città – con l’avvio della raccolta porta a porta (P.A.P) in alcuni quartieri e di quella stradale in altri – sta assumendo effettivamente i caratteri di una vera e propria emergenza. Se in alcuni Municipi infatti, si è stati prudenti nella fase di avvio, in altri, ad esempio il XV Municipio (il più grande per estensione ed il più verde), l’inizio frettoloso, comunicato ai cittadini con pochi giorni di preavviso, ha generato e sta ancora generando forti disagi. Basti pensare che numerose persone segnalano di non possedere l’apposito kit domestico per la raccolta porta a porta, mentre altri lamentano ad esempio il malfunzionamento del servizio di ritiro dei rifiuti ingombranti a domicilio, due tasselli che avrebbe dovuto funzionare alla perfezione al momento del passaggio al nuovo modello di raccolta P.A.P.”

La situazione secondo lei si potrebbe forse in qualche modo risolvere, magari assumendo personale o finanziando nuove strumentazioni e garantendo più veicoli?

“La situazione può migliorare se si attua il piano industriale di “Ama” che prevede, tra le cose, un sistema logistico e di supporto alla raccolta porta a porta con la realizzazione di un’isola ecologica ogni 35-40.000 abitanti, cosa che chiaramente è rimasta solo su carta e la cui assenza contribuisce a rendere difficile il “decollo” del nuovo sistema di raccolta. Certamente la sostituzione dei veicoli aziendali ormai obsoleti e l’innesto di nuovo personale aiuterebbe a migliorare complessivamente il servizio.”

Dopo il fatidico sciopero la situazione a Roma si sta gradualmente riprendendo, come si può rendere un servizio così importante per i cittadini, non più altalenante, ma farlo divenire un servizio sicuro e regolare?

“Gli scioperi sono un diritto inalienabile per ogni lavoratore, il tema è semmai riorganizzare la macchina organizzativa di AMA rendendola più aderente alla realtà che ci circonda, decentrandone maggiormente il personale in periferia, laddove cioè è concentrata la maggior parte della popolazione residente”.

Complessivamente come giudica il degrado dell’ambiente?

“Il degrado è il principale problema di Roma: la nostra città non è mai stata nello stato in cui versa negli ultimi anni. La sfida principale su cui si dovrà concentrare il prossimo Sindaco”

Come giudica la politica ambientale delle giunte attuali e precedenti? Ritiene che le scuole possano contribuire ad educare i bambini alla salvaguardia dell’ambiente? Se sì in che modo?

“La Giunta Marino, per quello che ha fatto, è stata sfiduciata dalla sua stessa maggioranza: non ricordo la città così sporca e così abbandonata come in questi tre anni, che purtroppo sta ancora proseguendo con l’amministrazione straordinaria del Prefetto Tronca. Quella Alemanno ha sbagliato su molte cose, ma il decoro urbano è stato senza dubbio un tema su cui si è distinta. Certamente le scuole possono fare molto nell’educazione ambientale, ma un ruolo importante ce l’ha anche la famiglia e per crescere cittadini con la “C” maiuscola serve sinergia proprio tra famiglia e scuola”.

Come spiega che in altre capitale europee l’immondizia è sinonimo di guadagno, mentre a Roma è solo sinonimo di costo? Ciò viene dimostrato dai prezzi esorbitanti delle bollette

“L’Italia è il Paese dei veti e del no, basta guardare la cosiddetta TAV, ma di esempi meno eclatanti se ne possono fare a decine. Ad ogni iniziativa pubblica nascono stravaganti comitati per contrastarne la realizzazione. Questa è la differenza con gli altri Paesi e capitali d’Europa”.

Dunque il problema non sembra essere solo la politica italiana, ma anche gli italiani che pensando di fare bene alle volte magari fanno solo male; insomma solo il tempo ci dirà se tutta questa situazione potrà migliorare o peggiorare.

Certo è che sta a tutti noi tentare di fare andare meglio le cose, lamentarsi senza rimboccarsi le maniche non serve a nulla: è giusto dire la politica sbaglia, ma è giusto anche dire cosa faccio io per preservare e aiutare la mia terra?

Articolo di Gloria Donati

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